“Queste Oscure Materie” di Philip Pullman


“In quel selvaggio abisso,
grembo della Natura e, forse, tomba,
che non è mare o sponda, aria né fuoco,
ma lor cause pregnanti in sé commiste
confusamente, in una lotta eterna,
se il Fattore Possente non costringe
queste oscure materie a farsi mondi,
nell'abisso selvaggio, cauto, Satana
sostava all'orlo dell'Inferno, e vide,
e ponderò il viaggio...”

Da questi straordinari versi del “Paradiso Perduto” di John Milton trae ispirazione una delle migliori saghe fantastiche degli ultimi anni: “Queste Oscure Materie” di Philip Pullman.

La serie si compone di tre volumi – “La Bussola d’Oro”, “La Lama Sottile” e “Il Cannocchiale d’Ambra” – pubblicati dalla casa editrice Salani tra il 1996 e il 2000.

Le questioni trattate non sono semplici come potrebbero sembrare. Quella che si presenta come la classica avventura fantastica cela, in realtà, numerose e complesse riflessioni di matrice filosofica e religiosa. Lo scrittore si interroga, infatti, sulla natura umana, sull’anima, sul peccato primordiale e, in generale, sulle questioni che da sempre, sin dalla sua comparsa nella Terra, l’uomo è solito porsi. 

Considerazioni che rendono la trilogia adatta ad un pubblico più adulto rispetto a quello dichiarato. I livelli di lettura, infatti, sono molteplici. I più giovani potranno sicuramente godere della straordinaria avventura fantastica dal respiro epico e misterioso in compagnia della simpatica protagonista e dei suoi buffi amici; gli adulti, invece, potranno cogliere le molteplici riflessioni di diversa natura che l’autore molto abilmente colloca all’interno della storia.

La Bussola d’Oro”, il primo volume, è ambientato in un universo parallelo al nostro. La protagonista, Lyra Belacqua, è una dodicenne impetuosa, appassionata, e ingenua bugiarda. 

Nel mondo di Lyra, l’anima non è insita nell’uomo, ma cammina accanto a lui. Si parla di Daimon. I Daimon assumono la forma di un animale, di sesso opposto al proprio, che nell’età infantile muta continuamente, nell’età adulta invece assume una forma definitiva connessa all’indole della persona che affianca (il Daimon di un uomo leale e fedele, ad esempio, assumerà la forma di un cane). Il rapporto che lega essere umano e Daimon è totalizzante: nessuno dei due sopravvive senza l’altro. Inoltre, la loro unione è strettamente correlata a quella sostanza misteriosa che nel mondo di Lyra viene definita “Polvere”, e che si colloca alla base della nascita del suo universo.

È proprio la ricerca del mistero che si nasconde dietro questa speciale Polvere a caratterizzare l’avventura della piccola Lyra che, con l’aiuto di uno speciale strumento in grado di rivelare la verità chiamato Aletiometro, dovrà affrontare prima il Magisterium, un’organizzazione ecclesiastica che punta al dominio universale delle coscienze umane, e poi l’Autorità, ossia la divinità stessa, in compagnia di tanti amici, come un burbero orso corazzato dal cuore grande e un aeronauta texano un po’ matto, e molti nemici, fra i quali primeggia l’ambigua signora Coulter col suo Daimon, un perfido scimmiotto dorato.

A differenza de “La Bussola d’Oro”, ambientato esclusivamente nel mondo di Lyra, il secondo capitolo della saga, “La Lama Sottile”, conduce il lettore da un universo all’altro, insieme a vecchi e nuovi amici, come Will Parry, tredicenne orgoglioso, sensibile, leale e coraggioso, ma sfuggente come un gatto che, attraverso una particolare “finestra”, giunge in un’altra dimensione fino ad arrivare a Lyra, con la quale instaura un legame molto speciale.

Con “Il Cannocchiale d’Ambra”, terzo e ultimo volume della saga, la vicenda raggiunge il suo apice fino al gran finale (per nulla scontato), in un crescendo continuo che sorprende, emoziona e lascia un segno indelebile.

Philip Pullman, con uno stile raffinato ed evocativo, crea un multiforme universo, fatto di meraviglia e riflessione, dove i protagonisti maturano e si evolvono, attraverso l’esplorazione dei recessi più reconditi dell’animo umano. Filosofia, religione e storia si miscelano tra loro dando vita ad una saga fantastica dalla potente forza intellettuale che vale sicuramente la pena di leggere ad ogni età.


A causa dei temi trattati, la saga di Philip Pullman è stata fortemente osteggiata dalla Chiesa che ha tentato di inibirne la diffusione, accusando l’autore di aver scritto apertamente romanzi anti-cristiani.

Anche la produzione dei film tratti dalla trilogia, interrotta al solo primo episodio, è stata oggetto di una pressante critica da parte della Chiesa. La pellicola, che vede la partecipazione di Nicole Kidman, Daniel Craig e Dakota Blue Richards nei panni di Lyra, non ha riscontrato il successo sperato, anche a causa del malcontento degli amanti della saga rimasti delusi dalla trasposizione ritenuta non all'altezza della versione cartacea. Ma la speranza dei grandi appassionati resta accesa, in particolare dopo l’annuncio del 2016 riguardante la lavorazione di una serie tv ispirata alla saga.

Se dal fronte televisivo non ci sono al momento novità rilevanti, da quello letterario qualcosa si è mosso, poiché lo stesso Pullman ha di recente annunciato la pubblicazione di una nuova trilogia, prequel/sequel di “Queste Oscure Materie”, che prenderà il nome di “Il libro della Polvere”. Se volete saperne di più, cliccate QUI.

Ma se è vero che in “Queste Oscure Materie” l’autore palesa un senso fortemente critico nei confronti della Chiesa e della Religione (Chiesa intesa come ordinamento giuridico creato dall’uomo e Religione intesa anch’essa come prodotto artificiale), non altrettanto può dirsi per ciò che riguarda la Spiritualità.

Anzi, l’intera trilogia si fonda sull’amore, sulla connessione fra essere umani e Natura, nonché sul senso del peccato primordiale – quello che la Chiesa e i suoi dogmi ci hanno indotto a ritenere come tale. E in questa enorme e strabiliante cosmologia che ha come nodo focale l’anima, il libero arbitrio si traduce nell’occasione per migliorare sé stessi e gli altri imparando a “nutrire” il proprio personale Daimon, dal quale nessuna “Autorità” può separarci.

Esistono autori che pur dedicando le loro opere alla letteratura per ragazzi, possiedono la capacità di raccontare storie aventi il potere di coinvolgere e attrarre anche coloro che ormai hanno abbandonato l’età della fanciullezza già da un po'. Uno di questi è sicuramente Philip Pullman.

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