“La piccola città dei sopravvissuti” di Caroline Moorehead, una pagina inedita della seconda guerra mondiale

Dopo il successo di Un treno per Auschwitz, Caroline Moorehead ci racconta un’altra pagina inedita e toccante della seconda guerra mondiale: la storia degli abitanti di un paesino francese che salvarono migliaia di persone dalle violenze e dalle rappresaglie della Gestapo.

In libreria dal 21 gennaio 2016
Titolo: La piccola città dei sopravvissuti
Autore: Caroline Moorehead
Editore: Newton Compton
Collana: I volti della storia
Pagine: 336
Prezzo: € 12,00 
Ebook: € 4,99

Chambon-sur-Lignon si trova nell’Alta Loira, al centro della Francia. Ebrei, comunisti, partigiani, agenti segreti britannici e americani sono solo alcuni di coloro che vennero fortuitamente messi in salvo dai generosi protagonisti del libro. Moltissimi furono anche i bambini – orfani di guerra o figli di deportati nei lager – che se la cavarono grazie al loro intervento. Grazie a uno straordinario lavoro di ricerca condotto in Francia, Gran Bretagna e Germania, l’autrice tratteggia una commovente epopea fatta di silenzi e complicità, raccontando la coraggiosa scelta degli uomini e delle donne di Chambon-sur-Lignon, che spesso sacrificarono la propria vita per salvaguardare quella degli oppositori dei nazisti.

Caroline Moorehead, nata a Londra, è giornalista, autrice e attivista per i diritti umani. Ha firmato numerose opere, tra cui la biografia di Bertrand Russell e una storia della Croce Rossa, e ha collaborato con le più famose testate internazionali, tra cui «The Independent», lo «Spectator», il «Times» e la BBC. La Newton Compton ha pubblicato Un treno per Auschwitz e La piccola città dei sopravvissuti.

«Abbiamo bisogno di libri come questo, per non dimenticare.»
Spectator

«La Moorehead ha dovuto maneggiare una gran quantità di materiale, e se l’è cavata con abilità e con un tocco lieve.»
Mail on Sunday

«Abbiamo bisogno di libri come questo, per non dimenticare.»
Spectator

«La Moorehead, biografa e storica, racconta nel dettaglio le drammatiche conseguenze negative della guerra dal punto di vista dei bambini.»
The Times

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