In anteprima i classici di Newton Compton Editori

In uscita dal 5 Gennaio per Newton Compton Editori, collana Grandi tascabili economici, al prezzo di € 4,90.

Piccole donne - Piccole donne crescono di Louisa May Alcott

Piccole donne è il capolavoro di Louisa May Alcott, il romanzo che l’ha resa celebre e che ha conosciuto innumerevoli versioni cinematografiche (tra le quali spicca quella con Susan Sarandon e Wynona Rider). Conosciamo la famiglia March in un momento critico: ha subito rovesci economici e il padre è stato chiamato a partecipare alla guerra di Secessione; così le quattro figlie e la mamma restano sole ad affrontare piccoli e grandi problemi. La capricciosa Amy, la vivace Meg, la delicata Beth e soprattutto la ribelle e impulsiva Jo compongono un quartetto in cui diverse generazioni di lettrici si sono identificate e si identificano.
Piccole donne crescono racconta la prima giovinezza delle quattro protagoniste, tra sogni, speranze e tanti progetti da realizzare. Due classici della letteratura giovanile, nei quali non è centrale l’attesa del principe azzurro ma una ricerca di valori morali, affetti solidi e sinceri e realizzazione personale, sia tra le gioie della serenità familiare, sia nell’espressione e nel riconoscimento del proprio talento.

«Via, via, tutto ciò non lo possiamo avere, e allora non restiamo così a borbottare, ma mettiamoci piuttosto in spalla i nostri pesi e andiamo avanti con lo stesso spirito che dimostra la mamma.»

Louisa May Alcott nacque a Germantown (Pennsylvania) nel 1832. Nutrita degli ideali educativi del padre, filosofo e pedagogista, iniziò a scrivere giovanissima (Favole di fiori, 1854). Pubblicò diversi volumi di novelle e romanzi, non solo per ragazzi, e divenne scrittrice affermata con Piccole donne (1868), al quale poi seguirono Piccole donne crescono (1869), Piccoli uomini (1871) e I ragazzi di Jo (1886). Morì a Boston nel 1888.

Lady Susan - I Watson - Sanditon di Jane Austen

La città di provincia, le chiacchiere misurate dei salotti, le ferree regole e convenzioni dell’universo piccolo-borghese: in queste tre brevi opere gli ingredienti per entrare nello straordinario mondo della Austen ci sono tutti. La protagonista di Lady Susan, frizzante romanzo epistolare, è una donna energica, intelligente, senza scrupoli, che si diverte a giocare con i sentimenti degli uomini. Ne I Watson Emma, coraggiosa e arguta eroina, vede le sue ambizioni matrimoniali frustrate dalla povertà e dall’orgoglio. Infine Sanditon, ambientato in una località marina di villeggiatura, presenta una straordinaria galleria di personaggi ipocondriaci osservati con occhio divertito e scettico. Il Settecento inglese della borghesia di provincia, delle buone maniere, del matrimonio come aspirazione suprema: Jane Austen ha saputo dipingere il suo tempo con grazia ed eleganza, ma ne ha lasciato accuratamente emergere, con le stesse armi tipiche di quei salotti – arguzia, bon ton, ironia –, gli aspetti più retrogradi, rivelandosi, pur tra le pareti domestiche, donna di spirito e femminista ante litteram. L’incredibile varietà di sfumature psicologiche e i rapporti sociali scandagliati con maestria ci consegnano tre deliziosi racconti di grande fascino e assolutamente attuali.

«Non cerco giustificazioni alla vanità della mia eroina. Se vi sono al mondo signorine della sua età che hanno un’immaginazione meno fervida, e sono meno interessate a mostrarsi piacevoli, io non le conosco e non desidero conoscerle.»

Jane Austen nacque a Steventon (Hampshire) nel 1775. Condusse una vita tranquilla, tra gli affetti familiari, a Bath e poi a Chawton, sempre nell’Hampshire. Si spense nel 1817 a Winchester.

Paradisi artificiali di Charles Baudelaire

Il consumo di sostanze stupefacenti ha un peso centrale nell’esperienza poetica ed esistenziale di Baudelaire. Quando scrive le sue pagine sull’hashish – di cui condanna l’abuso – egli non ha mai intenti moralistici, ma essenzialmente estetici. Quello che a lui interessa è il potenziamento della creatività poetica attraverso l’ebrezza artificiale; quello che lui odia e teme è il risveglio, è la desolazione, è l’inferno della degradazione. Si disegna qui il dramma personale di Baudelaire, la sua consapevolezza di essere e di sentirsi lacerato fra i due opposti richiami di Dio e Satana, fra l’aspirazione a salire verso l’alto, l’infinito, e il gusto del peccato, il piacere di scendere in basso.

«L’uomo non sfuggirà alla fatalità del suo temperamento fisico e morale: l’hashish sarà, per le impressioni e i pensieri familiari dell’uomo, uno specchio ingranditore, ma pur sempre uno specchio.»

Charles Baudelaire nato a Parigi nel 1821, a soli diciannove anni abbandonò la famiglia e iniziò una vita sregolata e bohémienne, segnata anche da difficoltà economiche e dall’uso di alcol e droghe. Partecipò alla rivoluzione del ’48, ma presto si allontanò dagli ideali socialisti. Tra il 1864 e il 1866 visse in Belgio. Morì a Parigi nel 1867.

Cherì di Sidonie-Gabrielle Colette

Chéri è uno dei capolavori di Colette, il primo di quei suoi grandi libri che l’hanno resa, come è stato scritto, «celebre se non immortale»: stupendo ritratto di un’epoca e di un ambiente, sottilissima e spietata indagine psicologica, questo romanzo scava e fruga con crudele lucidità nelle pieghe più riposte di una passione «impossibile» e «scandalosa» tra una donna matura e un ragazzo troppo bello, giovane e viziato; una passione sulla quale aleggiano, sempre più visibili e minacciosi, i fantasmi della solitudine, della tristezza, della sconfitta, della vecchiaia. La rappresentazione beffarda di un certo ambiente mondano, la sofisticata analisi dell’animo femminile, il fascino crudele della seduzione, l’ironica tristezza della scrittrice fanno di Chéri una delle opere più intriganti e più famose di Colette. Chéri è stato adattato per il cinema in un film diretto da Stephen Frears, protagonisti Michelle Pfeiffer e Rupert Friend.

«Poco dopo giacevano nel gran letto di ferro battuto e bronzo. Chéri languido, fingeva di aver sonno, per poter stringere i denti, chiudere gli occhi, preso da un furore di mutismo. Ma lei, lei lo ascoltava egualmente, sdraiata contro di lui, ascoltava con voluttà la lieve vibrazione, il tumulto lontano e quasi prigioniero di un corpo che vuol negare la sua angoscia, la sua gratitudine, il suo amore.»

Sidonie-Gabrielle Colette (Saint-Sauveur-en-Puisaye 1873 - Parigi 1954) è oggi annoverata tra i maggiori scrittori francesi della prima metà del Novecento: oltre ai romanzi del ciclo di Claudine (1900-1903), vanno almeno ricordati L’ingenua libertina (1909), La vagabonda (1911), La gatta (1933), Julie de Carneilhan (1941), Gigi (1944).

Il mago di Oz di Lyman Frank Baum

Dalla grigia prateria del Kansas, un poderoso ciclone trasporta la piccola Dorothy con tutta la sua casa fino al meraviglioso regno di Oz: questo è l’inizio di uno dei classici della letteratura per ragazzi più letti e amati di tutti i tempi. Tra streghe cattive e streghe buone, in compagnia dell’allegro cagnolino Toto, Dorothy si incamminerà verso il terribile e potentissimo mago, il solo che possa esaudire il suo desiderio di tornare a casa. Al suo fianco, memorabili personaggi come lo Spaventapasseri, alla ricerca di un cervello, il Boscaiolo di Latta, senza cuore, il Leone Codardo, alla ricerca del coraggio. Tra incontri straordinari e divertenti avventure, Dorothy arriverà alla splendida Città di Smeraldo, al termine di un viaggio che riserva ancora incredibili sorprese.

«La casa girò due, tre volte su se stessa e lentamente si alzò in aria. A Dorothy sembrò di essere salita su un pallone. I venti del Nord e quelli del Sud si erano scontrati proprio dove si trovava la casa, facendo di quel punto l’occhio del ciclone; nel centro dei cicloni l’aria di solito è calma, ma questa volta la grande pressione del vento da ogni lato aveva sollevato il piccolo edificio sempre più in alto, fino a portarlo in cima al vortice...»

Lyman Frank Baum nacque a Chittenango (New York) nel 1856. Appassionato di letteratura e scrittura fin da ragazzo, si dedicò al giornalismo, alla drammaturgia, alla narrativa, alla poesia. Dopo l’enorme successo ottenuto con Il mago di Oz, pubblicato nel 1900, Baum scrisse altri tredici romanzi ambientati nel paese di Oz. Dal romanzo fu tratto un musical rappresentato per anni a Broadway e soprattutto la celeberrima versione cinematografica del 1939 con Judy Garland nei panni di Dorothy, e la splendida colonna sonora di Arlen e Stothart. Baum morì il 6 maggio 1919. 

Il mastino dei Baskerville di Arthur Conan Doyle

Sir Charles Baskerville viene trovato morto. Accanto a lui, le impronte di un cane enorme. Molto tempo prima, nel Settecento, anche un antenato della famiglia Baskerville, Sir Hugo, era stato ucciso da un mastino mostruoso nelle paludi di Dartmoor. Sulla famiglia Baskerville sembra essersi abbattuta una sinistra maledizione, e l’unico investigatore in grado di risolvere il mistero del cane omicida è Sherlock Holmes. Con l’aiuto del suo assistente Watson, Sherlock si avventura nelle paludi nebbiose per risolvere un nuovo caso avvincente ma decisamente complesso. Come si fa a trovare il movente di un omicidio se l’assassino è un cane che attacca con furia cieca chiunque si inoltri nelle paludi? Il mastino infernale è davvero terribile o è solo lo strumento di una congiura contro Henry Baskerville? Chi è, in realtà, l’omicida disumano, il bestiale serial-killer? La trama moderna e attuale, l’ottima ambientazione nell’Inghilterra vittoriana, il fascino del detective Holmes e il gusto gotico di questo romanzo lo rendono un’opera straordinaria e intramontabile. 

«Accanto al corpo di Hugo, con le zanne ancora affondate nella gola sbranata, c’era un essere orrendo, un’enorme bestia nera, simile a un mastino ma assai più grande di qualsiasi mastino si sia mai visto al mondo. E mentre lo guardavano sbigottiti, quella creatura dilaniò con uno strappo la gola di Hugo Baskerville volgendo verso di loro gli occhi fiammeggianti e le fauci grondanti sangue.»
 
Sherlock Holmes. Uno studio in rosso - Il segno dei Quattro di Arthur Conan Doyle

Uno studio in rosso è il romanzo in cui esordisce l’indimenticabile figura di Sherlock Holmes. Attraverso il racconto del dottor Watson, che diverrà suo inseparabile socio e amico, impariamo a conoscere i singolari metodi di indagine di questo infallibile detective. Ne Il segno dei Quattro il mistero e l’intreccio narrativo si dipanano tra la grigia e nebbiosa Londra e il caldo arcipelago delle Andamane. Mentre il romanzo d’esordio passò quasi inosservato, il secondo fu accolto da un successo di pubblico tale da costringere Conan Doyle a scrivere per quarant’anni sempre nuove avventure con protagonista il suo Sherlock Holmes. La scienza della deduzione e il rigore di una razionalità inflessibile hanno fatto della creatura di Doyle il paradigma dell’investigatore letterario, un mito che sembra destinato a non tramontare mai.

«Dalle unghie di una persona, dalla manica della sua giacca, dai suoi stivali, dal ginocchio dei pantaloni, dalle callosità sul pollice e l’indice, dalla sua espressione, dai polsini della camicia – da ciascuna di queste cose traspare chiaramente l’attività che quella persona svolge. E che, da tutte insieme, un investigatore competente non possa risalire a un quadro d’insieme, è pressocché inconcepibile.»

Arthur Conan Doyle nacque a Edimburgo nel 1859. Benché il suo nome rimanga indissolubilmente legato a quello di Sherlock Holmes, lo scrittore ebbe anche altri interessi, tra cui la storia, il giornalismo e soprattutto lo spiritismo. Nel 1903 venne insignito del titolo di baronetto. Morì nel 1930.

L'innocente di Gabriele D'annunzio

Costantemente infedele alla moglie Giuliana, Tullio Hermil in un tardivo tentativo di riavvicinamento alla propria consorte scopre che questa porta in seno il frutto di un unico, irreparabile tradimento. Fra lui e la rinnovata passione verso Giuliana si frappone il piccolo intruso, e Tullio non esita a provocare la morte della creatura innocente. Influenzato da Tolstoj e Dostoevskij, intriso delle letture di neurologia e psichiatria, questo romanzo dannunziano conobbe alla sua uscita nel 1892 un grande successo in Francia e nel resto dell’Europa, prima ancora che in Italia. Seconda prova, dopo Il piacere e prima del Trionfo della morte, della cosiddetta «trilogia della rosa», L’innocente – che nel 1976 ha ispirato a Luchino Visconti una magistrale versione cinematografica – ci costringe ancora oggi a misurarci con una figura «al di là del bene e del male» e con la ricerca sperimentale verso una forma novecentesca del romanzo.

«Posso andare davanti al giudice, posso parlargli così? Non posso né voglio. La giustizia degli uomini non mi tocca. Nessun tribunale della terra saprebbe giudicarmi. Eppure bisogna che io mi accusi, che io mi confessi. Bisogna che io riveli il mio segreto a qualcuno. A chi?»

Gabriele D'Annunzio (Pescara 1863 - Gardone Riviera 1938) esordì giovanissimo con la raccolta di versi Primo Vere. La sua vastissima produzione poetica, narrativa, drammatica, tradotta in tutte le lingue, ebbe risonanza mondiale. Dopo la composizione delle Laudi, divenne il "vate nazionale". Eroe della prima guerra mondiale e "comandante" di Fiume, fu considerato a lungo un "maestro di vita".

Il grande Gatsby di Francis Scott Fitzgerald

Ľessenzialità, la finezza descrittiva e la nitidezza del procedimento narrativo (la storia è raccontata attraverso il punto di vista di Nick, vicino e amico di Gatsby), la creazione sapiente di personaggi indimenticabili hanno fatto ormai di questo romanzo un punto fermo, un “classico moderno”. Lo scenario è quello dei frenetici anni Venti, di cui Fitzgerald stesso e la moglie Zelda furono favolosi protagonisti tra New York, Parigi e la Costa Azzurra. Attraverso le sue feste brillanti e stravaganti, il lusso e la mondanità di cui si circonda, il «grande Gatsby», il misterioso, affascinante e inquieto protagonista, non mira tuttavia che a ritrovare l’amore di Daisy. Ma è possibile ricatturare il passato? Al di là della romantica suggestione, il sogno di Gatsby diventa emblema di un sogno di assolutezza, come l’originario “sogno americano” di un Mondo Nuovo, che, come ogni sogno di purezza astratta, la realtà frantuma e disperde. Gatsby e Daisy per molti di noi hanno i volti di Robert Redford e Mia Farrow, interpreti di una famosa versione cinematografica del 1974.

«Nelle notti estive, dalla casa del mio vicino si sentiva della musica. Nei suoi giardini azzurri uomini e donne andavano e venivano come falene tra i mormorii, lo champagne e le stelle. Durante l’alta marea del pomeriggio osservavo i suoi ospiti tuffarsi dal trampolino o prendere il sole sulla sabbia bollente della sua spiaggia mentre i suoi due motoscafi solcavano le acque dello Stretto, rimorchiando acquaplani tra cascate di schiuma.»

Racconti dell'età del jazz di Francis Scott Fitzgerald

Sono gli anni Venti, gli anni “dell’età del jazz”: anni di lustrini e paillettes, di feste e improvvisazioni musicali, anni vissuti a folle velocità all’insegna di un progresso inarrestabile, e culminati poi con la drammatica crisi economica del 1929. Con i suoi romanzi, primo fra tutti Il grande Gatsby, Fitzgerald fu insieme protagonista e cantore di quest’epoca, del sogno americano e della sua effimera, fragile consistenza. Pubblicata per la prima volta nel 1922, questa raccolta contiene affreschi sull’amoralità e gli eccessi che derivano dalla ricchezza (come in Il diamante grosso come l’Hotel Ritz), storie di un cristallino e toccante realismo (come Primo maggio) e fantasie narrative (come il celebre Il curioso caso di Benjamin Button, da cui è stato tratto l’omonimo film interpretato da Brad Pitt).

«Gli occhi del signor Button seguirono il dito puntato, e questo fu ciò che vide. Avvolto in una voluminosa coperta bianca, e parzialmente infilato in una culla, sedeva un vecchio di circa settant’anni.» 

Tenera è la notte di Francis Scott Fitzgerald

Dick è un giovane psichiatra e Nicole una sua ex paziente. Dopo essersi sposati si trasferiscono in Costa Azzurra dove, grazie ai soldi di Nicole, conducono un’esistenza frivola e agiata e vivono di rendita. Dick abbandona la professione e si lascia andare alla deriva, invece Nicole risorge dai suoi antichi incubi e si trasforma in una donna capace di amare. Il loro matrimonio è destinato al fallimento, mentre molti altri intrecci esistenziali animano le pagine di questo splendido romanzo, considerato uno dei più belli della letteratura americana moderna.

«Nicole spalancò le braccia sul letto e fissò il soffitto; la cipria le si era inumidita addosso e creava una superficie lattea. Le piaceva la nudità della stanza, il ronzio dell’unica mosca che volteggiava nell’aria. Tommy portò la sedia accanto al letto e tolse i vestiti per sedersi; le piaceva l’economia del vestito leggero e delle espadrillas che si mischiavano con gli anfibi di lui per terra.»

Francis Scott Fitzgerald nacque a St. Paul, Minnesota, nel 1896. Iniziò a scrivere giovanissimo, fin dai tempi della scuola. Pubblicò il suo primo romanzo nel 1920. Seguirono alcune raccolte di racconti e infine Il grande Gatsby (1925), che basterebbe da solo ad assicurare allo scrittore un posto di rilievo nella narrativa americana. Dopo avere goduto di uno straordinario successo, morì quasi dimenticato a Hollywood nel 1940.

5 commenti:

  1. Mi sa che comprerò Jane Austen!!! <3

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  2. Ma sono tutti meravigliosiiiiiiiiii!!

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  3. Beh complimenti a te per il post e anche alla Newton che proponi titoli interessanti a prezzi contenuti e con una veste grafica molto bella !! ;)

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  4. Grazie Morna! ^^
    A questo prezzo è possibile prenderne un buon numero!
    Sono contenta! :)

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  5. Questo prezzo è fantastico!
    Ho già deciso che ne prenderò 5!
    Grazie per la dritta Liya!

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