Chimamanda Ngozi Adichie
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“Americanah” di Chimamanda Ngozi Adichie
Americanah è il terzo romanzo di Chimamanda Ngozi Adichie che ha conquistato pubblico e critica aggiudicandosi il National Book Critics Circle Award del 2013.
Adichie è una delle più brillanti scrittrici nigeriane del nostro tempo. E non è un caso che sia nigeriana, poichè è proprio in Nigeria che, malgrado l’instabilità politica ed economica, la guerra civile e l’analfabetismo, si è sempre più affermata una cultura del romanzo, alimentata soprattutto dagli scritti di autori che, come la Adichie, fanno parte della tribù degli Igbo, gli sconfitti dalla guerra civile. Sembra che la storia di questa nazione venga riscritta dai vinti e non dai vincitori.
Prima di leggere Americanah, non avevo idea di cosa fosse l’Igbo. In realtà, prima di Americanah non conoscevo tante altre cose: alcune immense e potenti, altre invece intime e private, verità in grado di lasciare senza respiro.
La vicenda narrata da Adichie si estende in tre continenti e per diversi decenni, e segue le esistenze parallele di Ifemelu, personaggio chiaramente autobiografico, e Obinze, il grande amore di Ifemelu.
La storia si apre con il ritorno di Ifemelu, che da anni vive negli Stati Uniti, nel proprio paese d’origine, la Nigeria. Si trova negli Stati Uniti per motivi di studio e lavoro ma è chiaro sin da subito che l’esperienza che ne trae ha poco a che fare con la carriera, poiché non porta alla sua integrazione sociale e professionale, bensì la spinge a prendere decisioni che vanno in controtendenza rispetto a quelle che ci si potrebbe aspettare.
La storia si apre con il ritorno di Ifemelu, che da anni vive negli Stati Uniti, nel proprio paese d’origine, la Nigeria. Si trova negli Stati Uniti per motivi di studio e lavoro ma è chiaro sin da subito che l’esperienza che ne trae ha poco a che fare con la carriera, poiché non porta alla sua integrazione sociale e professionale, bensì la spinge a prendere decisioni che vanno in controtendenza rispetto a quelle che ci si potrebbe aspettare.
L’arrivo negli Stati Uniti è sconvolgente: è qui che Ifemelu, abituata a non badare al colore della pelle, scopre di essere nera; è qui che, per la prima volta, viene a contatto con l’ostilità occidentale nei confronti del diverso. Ostilità che prende forma tramite dettagli apparentemente insignificanti eppure emblematici, come l’acconciatura dei capelli: pare che i capelli afro non rispondano ai canoni di bellezza vigenti e che, al contrario, i capelli lisci siano simbolo di ordine, pulizia e professionalità - soltanto quelli, infatti, consentono di superare brillantemente un colloquio di lavoro.
La presa di coscienza di una situazione che non va, conduce Ifemelu alla consapevolezza di sé e della propria diversità, nonché a prendere una decisione: non omologarsi alle masse ma, al contrario, esaltare la propria diversità. E da quel momento, la protagonista inizia così a costruire la propria identità, aiutata, oltre che dall’esperienza diretta, anche dal dialogo continuo con la comunità delle donne di colore, con le quali comunica attraverso il suo blog da milioni di lettori, luogo di scambio e riflessione.
L’amore di Ifemelu e Obinze è un filo rosso che attraversa l’intero romanzo. Si conoscono ai tempi del liceo e poi si perdono ma le loro strade sembrano sempre incrociarsi. Com’è naturale, altre persone si imbattono nel loro cammino, e la donna che incontra Obinze è probabilmente l’unico difetto che sono riuscita a trovare nel romanzo: superficiale, arida, priva di contenuti, un bellissimo guscio vuoto. La personificazione di uno stereotipo, insomma. E allora, mi sono domandata come mai in una storia popolata da personaggi talmente vividi e credibili da sembrare persone vere, la donna cui Obinze sceglie di legarsi è l’esatto opposto di quella che non abbandonerà mai il suo cuore. Ma in fondo, l’aver trovato un difetto mi fa pensare che Adichie potrà crescere ancora per regalarci un’altra splendida opera pregna di contenuti e di talento.
Americanah è un romanzo immenso: una satira sociale, una sorta di autobiografia, una storia di formazione al femminile. Un libro che affronta la questione del razzismo in un modo totalmente nuovo, aprendoci gli occhi su aspetti che ignoravamo. Adichie, attraverso Americanah (ma anche tramite le altre sue opere), aspira a restituire agli africani l’orgoglio di un’appartenenza e di un’identità. Il suo è uno sguardo “diverso” che porta in superficie le contraddizioni dell’Occidente. Ma Americanah è anche una struggente storia d’amore tra due personaggi ricchi di spessore e sfaccettature.
Era da tanto che non leggevo un romanzo così solido e potente, un libro che è ‘dentro’ le cose e che risveglia le coscienze. La Adichie è una scrittrice formidabile e non mi resta che consigliarvela a più non posso. Leggete tutti i suoi scritti. Insomma, se volete diventare esseri umani migliori, scopritela.
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