“Vita e avventure di Babbo Natale” di L. Frank Baum


Pubblicato per la prima volta nel 1902, Vita e Avventure di Babbo Natale di L. Frank Baum (autore de Il Mago di Oz), racconta la storia del personaggio più amato di tutti i tempi – Babbo Natale, per l’appunto: dalla sua infanzia nella foresta incantata di Burzee al desiderio di dedicare la propria vita a far felice il prossimo – soprattutto, i bambini.

Abbandonato nella magica foresta di Burzee, Claus viene allevato dalle creature incantate che la popolano, e sotto la tutela di Ak, il Signore delle creature dei boschi, impara che tutte le vite umane sono sacre, meritano rispetto e vanno premiate. In particolare, Claus resta affascinato dalla purezza del cuore dei bambini, e addolorato dalla sofferenza di alcuni di loro. È per questo che decide di dedicare la sua esistenza a rendere felici i più piccini, fabbricando per loro giocattoli. 

Tra creature fatate e balocchi, il lettore viene guidato alla scoperta di molti segreti di Natale, come l’origine dell’uso dell’abete decorato e della calza, il motivo per cui Babbo Natale scende dal caminetto, in che modo sono state arruolate le renne, come sia possibile che, in una sola notte, consegni da solo i regali a tutti i bambini del mondo.

È un racconto splendido e suggestivo che contiene tutta la magia del Natale e della fiaba. Attraverso la sua opera, Baum ha rimesso a nuovo l’immagine di Babbo Natale per farla risplendere di meraviglia e fantasia. Il tutto tramite una serie di avventure che ricordano le pagine più celebri de Il mago di Oz, il suo immaginario sgangherato ed estroso, i suoi personaggi malinconici e positivi.
Probabilmente, penserete che si tratta di un racconto dedicato esclusivamente ai più piccoli, ma sappiate che non è affatto così, perché chi ama il Natale lo troverà meraviglioso e anche profondo, a prescindere dall’età.

Nel racconto non vi è alcun riferimento alla sfera religiosa, ma un chiaro rimando al mondo pagano che riconosce il significato universale del 24 dicembre fatto di gioia e vita. La circostanza che i regali vengano consegnati la notte di Natale è, infatti, puramente causale. Ma la scoprirete soltanto leggendo il libriccino.

La storia può essere intesa come una sorta di trasposizione in chiave natalizia del sogno americano: un giovane volenteroso che, armato della sola passione, mette su dal nulla una gigantesca industria. Ma questa interpretazione di natura sociologica non è il vero significato del racconto, poiché ciò che viene fuori in modo più preponderante è una riflessione sull’animo umano: il trovatello accolto con calore e affetto nella foresta di Burzee che sentendosi quasi in colpa per quanto ricevuto desidera fortemente ricambiare rendendo felici i bambini con i suoi doni. 

E, badate bene, non si tratta di una melensa celebrazione dei buoni sentimenti. Peraltro, il sentimentalismo, qualora ci fosse, viene compensato dall’autore stesso quando, nell’ultimo capitolo, scioglie il dilemma sull’esistenza o meno di Babbo Natale, affermando che esistono dei rappresentati deputati di Santa Claus: i fabbricanti di giocattoli e i genitori. A loro, la responsabilità di far vivere e rendere reale Babbo Natale, anche dove questi non può arrivare con la sua slitta.

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