Parole scritte col ghiaccio – Breve passeggiata nel mondo letterario scandinavo


Foreste a perdita d’occhio, monti, ghiacciai, fiordi profondi, placidi laghi... Tranquillità, silenzio, o tutt’al più il leggero sibilare del vento tra gli alberi... E all’improvviso un troll che sbuca fuori da un tronco e saltella rapido infilandosi... In una grande libreria!

Benvenute/i nel curioso mondo letterario scandinavo, entro il quale oggi voglio accompagnarvi con una breve ma spero indicativa passeggiata esplorativa, dal momento che, al di là del boom della giallistica nordica nato soprattutto dal successo dell’ormai venerato Larsson (e sulla quale potete trovare ovunque informazioni a iosa, appunto), resta un ambito letterario certamente meno conosciuto di quanto meriti, eppure ricchissimo di originali peculiarità che forse qui, più che altrove, rispecchiano in modo sintomatico il carattere dei luoghi dal quale scaturisce...

In cammino, dunque, tra queste terre iperboree le cui città presentano librerie e biblioteche grandi come ipermercati, dove (non a caso) gli indici di lettura medi pro/capite sono i più alti al mondo, e dove sovente gli scrittori, prima di esserlo, facevano i guardiaboschi o i cacciatori di balene... Magari sotto lo sguardo curioso e intimorito di qualche renna e, come detto, andando oltre la super celebrata narrativa gialla – meritoriamente, sia chiaro...

Il Diamante Nero - Biblioteca Nazionale di Copenhagen

Academic Bookstore - Libreria Accademica di Helsinki
Si possono riscontrare alcune caratteristiche fondamentali, nella letteratura scandinava, che la rendono originale: uno stile narrativo piuttosto distaccato, ad esempio, o la costante presenza della Natura quale vero e proprio “personaggio” delle storie, oppure il frequente taglio sociologico delle narrazioni, oppure ancora la particolare ironia, sovente virata in autoironia... Stile narrativo distaccato, dicevo: impassibile anche, mi verrebbe da dire “freddo” ma scadrei nel facile (seppur effettivo, qui) luogo comune... Gli scrittori scandinavi sono capaci di narrare con le stesse identiche parole la gioia più intensa come il dramma più tragico, e sempre mantenendosi almeno un passo al di fuori del cuore dell’evento narrato. Dunque, non troverete mai iperboli ed enfatizzazioni esasperate, oppure linguaggi mutuati dalla cinematografia (hollywoodiana, soprattutto), semmai una costante pacatezza, una tranquillità che lascia in qualche modo libero il lettore di partecipare come meglio crede al coinvolgimento della storia letta, senza troppe esaltazioni indotte. Inoltre, quasi mai troverete di poter definire una lettura scurrile o volgare. Mentre altrove sembra che la trivialità linguistica venga usata soprattutto per fare un po’ di scalpore e/o scandalo (con la scusa di “rappresentare lo slang contemporaneo diffuso”... Bah!), che qui tale pratica non sia così in uso la trovo una cosa del tutto piacevole.

La Natura, ovvero il “personaggio” fondamentale, o la presenza immancabile, in quasi tutti i libri scandinavi. Fate conto che lassù la gente rivendica una passeggiata quotidiana nei boschi così come noi “rivendichiamo” l’happy hour a fine giornata: il carattere scandinavo si sente parte integrante della Natura, le cui fitte foreste cominciano appena fuori le città e a volte vi penetrano, quasi a riaffermare la propria predominanza, ancora oggi, sul dominio e le volontà umane... E’ pressoché inevitabile che l’ambiente naturale diventi non solo la scenografia più consueta delle storie, ma anche la presenza più frequente, e spesso la dimensione nella quale e per la quale si sviluppano alcuni degli eventi importanti delle storie stesse...
Rifugio per meditazioni, ambito materno, via di fuga, medicina spirituale, dimora ancestrale: tutto questo è, la Natura, e molto di più, lassù.

Il taglio sociologico, presente di frequente nelle narrazioni - ma niente di pesante e tedioso, non preoccupatevi. Lo stile letterario scandinavo, oltre che come sopra descritto, è pacato e compassato anche per saper indagare la sociologia (forse più che la psicologia) dei personaggi delle storie narrate con la discrezione di un osservatore sagace ma disincantato che, per così dire, voglia cogliere e poi rivelare non tutto ma solo quanto necessario, e sempre contestualizzando tale osservazione...
Insomma: nella società contemporanea - lassù come qui, in fondo - l’essenza delle persone si rivela a volte più al supermercato o al ristorante piuttosto che sul lettino dello psicanalista, ed è là, dunque, che lo scrittore va’ a osservare... Ecco, più o meno lo spirito è questo, nel merito.

L’ironia, infine, assai spesso “auto”... La troverete ovunque, anche nei testi di tono più drammatico. Gli scandinavi sono tra i popoli più autoironici che vi siano, quasi che attraverso l’umorismo rivolto verso sé stessi vogliano smussare certe angolature della propria natura... Certo non è un umorismo fatto di gag e battute, e solo raramente suscita la risata sonora e irrefrenabile, quella da “osteria” insomma: è un’ironia che nasce dalle situazioni, dalle stranezze della vita quotidiana, dalle illogicità e dalle imperizie che tutti quanti prima o poi combiniamo. E’ spesso surreale, a volte di derivazione anglosassone, e quasi mai è fine a sé stessa, ma sembra sempre voler suscitare quella risata che prima diverte, e poi agevola la riflessione.

Bene: detto ciò, di sicuro vorrete ora avere qualche indicazione pratica, qualche nome, qualche titolo eventualmente da leggere per fare di questa breve passeggiata un viaggio più lungo e approfondito...

Due premesse, prima. Innanzi tutto, per capire al meglio la letteratura scandinava, così legata alla terra dalla quale scaturisce, bisognerebbe leggere qualche classico nordico: Hamsun, Andersen, Strindberg, Ibsen, oppure qualche saga – ve ne sono parecchie tra cui scegliere. Il carattere tipico iperboreo descritto nelle opere contemporanee è in quei classici che si è formato e definito...
Seconda premessa: il mondo letterario scandinavo ha parecchi “abitanti”, spesso piuttosto eterogenei pur nelle affinità stilistiche di cui si è detto. Fornire qualche nome significa inevitabilmente dimenticarne altri magari migliori (de gustibus, come sempre), quindi vi dirò di libri che ho letto personalmente (un paio per nazione), e dei quali dunque posso disquisire con cognizione di causa ma, appunto, può ben essere che poi voi saprete scovarne di più piacevoli ai vostri gusti...

Inevitabile cominciare con il finnico Arto Paasilinna, forse il più noto scrittore scandinavo di oggi e probabilmente il più rappresentativo del precipuo stile letterario nordico: difficile scegliere tra i suoi libri sempre divertenti e sovente geniali... Vi dico “L’anno della lepre”, ormai un classico e, appunto, capace di esemplificare molto bene cosa sia la letteratura lassù nonché la tipica visione del mondo e della vita nordiche.
Su toni simili ma in salsa danese sono i libri di Jørn Riel, il quale ricupera la tradizione degli skrøner – racconti brevi di antica origine orale – per narrare storie nelle quali il confine tra realtà e fantasia è assai esile, con protagonisti abituali i burberi cacciatori di balene della Groenlandia, come ne “La vergine fredda”... Togliete ora la lepre di Paasilinna, mettete un alce, portate il tutto nelle foreste appena fuori Oslo, e grazie a Erlend Loe avrete “Doppler, vita con l’alce”, bellissimo e divertente “romanzo di fuga” con il quale lo scrittore norvegese offre risate e riflessioni sulla società contemporanea di lassù, e sulla sua perfezione apparente tuttavia incrinata da qualche pur rara fessura – e la cronaca recente fa’ ben capire ciò che voglio dire... Visto che siamo in tema (più o meno) sociologico, ecco Kari Hotakanien, “umorista temibile” – come lo ha definito Paasilinna – per come metta la propria ironia al servizio d’uno sguardo spesso sferzante sui luoghi comuni e i conformismi tipici della società finlandese odierna: si veda “Via dalla trincea”, molto sagace, spassoso ma anche amaro, quasi, in certi passaggi... Sguardo ancora più acuto e approfondito (senza mai venir meno allo stile narrativo scandinavo, sia chiaro) lo offre lo svedese Göran Tunström con il suo “Uomini famosi che sono stati a Sunne”: leggero eppure profondo in modo quasi sconcertante, indaga l’animo umano fino alle sue più quotidiane inquietudini, all’apparenza banali, in verità complesse e rivelatrici più di tante altre. Di una simile acutezza ma più disincantata, poetica e rivolta verso sé stessi fa’ uso Johan Harstad, giovane autore norvegese che in “Che ne è stato di te, Buzz Aldrin” elegge il secondo uomo sceso sulla Luna a modello del restare “fuori dal coro”, e di una ricerca della propria reale natura intesa anche come un sapersi ritrovare in ciò che si è, ne più ne meno, in opposizione a ciò che si vorrebbe/dovrebbe apparire, come la società contemporanea impone. Ancora più disincantato e disteso è il poliedrico svedese Mikael Niemi, soprattutto in “Musica rock da Vittula”, bizzarro “romanzo di formazione” che racconta di due ragazzini che trovano nel rock, ovvero nella forza di un cambiamento all’apparenza utopico, la via di fuga dall’immobile ambiente del villaggio di taglialegna nel quale vivono, senza tuttavia rinnegarne la valenza natale... Infine, avendo accennato alle celeberrime saghe nordiche, vi cito un’autrice danese che raccoglie quella tradizione e la ripropone in chiave contemporanea e surreale: Janne Teller e “L’isola di Odino”, storia della quale il supremo dio nordico, finito per un bizzarro incidente tra i mortali, viene internato come pazzo, finisce per essere deriso sul web e diventa idolo di fanatici religiosi e estremisti politici... Come a dire che, senza limiti di spazio e di tempo, di realtà o fantasia, di storia o di mito, sempre la civiltà umana deve essere salvaguardata da piccole e grandi follie, ed è un compito, questo, che spetta a tutti noi...

Ecco, fine passeggiata. Solo qualche consiglio, appunto, per cercare di dimostrarvi come oltre i famosi gialli nordici, tra foreste, fiordi, laghi e ghiacci, c’è moltissimo altro da scoprire – e potrebbero essere scoperte tanto inaspettate quanto affascinanti e coinvolgenti... Sempre che un malefico troll non decida di tirarvi qualche brutto scherzo dei suoi...

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