“La regola del quadro” di Jung- Myung Lee, una storia avvincente ricca di personaggi indimenticabili

Ispirato alle vite di due famosi pittori realmente esistiti nella Corea del Settecento, La regola del quadro è al contempo un potente affresco storico, il delicato racconto del legame profondo tra due artisti dal destino tanto diverso, e la soluzione, una delle tante possibili, della oscura scomparsa di uno dei due.

In libreria dal 23 agosto 2016
pp. 468 - € 19,50

La mattina in cui vidi per la prima volta quel volto si impresse come un marchio a fuoco nella mia anima.

Prima di incamminarsi lungo un sentiero di montagna, alle prime luci dell'alba, Kim Hongdo fissa i fogli bianchi che la vecchiaia non gli permette più di dipingere. E su ogni foglio sembra impresso un volto, l'unico che non abbia mai potuto né voluto cancellare, quello che tanti anni prima gli era comparso davanti alla Reale Accademia di Pittura. A quel tempo, Kim era considerato un maestro insuperabile, vezzeggiato dall'ambiente di corte e circondato da uno stuolo di studenti. Nessuno dei quali pareva all'altezza del suo straordinario talento. Finché una mattina non comparve il viso dolce e innocente dell'adolescente Sin Yunbok, che non solo aveva doti artistiche eccezionali, ma anche il coraggio di rompere i tabù imposti dalla legge, dipingendo il corpo femminile, e andando incontro a una condanna pesantissima. Ma perché Kim assunse le sue difese rischiando la sua stessa vita? Che cosa legava i due pittori oltre la loro arte? Quale mistero aleggiava intorno alla figura di Sin, fin dalla sua nascita, che solo Kim poteva dissipare?

Jung-myung Lee è oggi il più celebre e popolare scrittore coreano. I suoi romanzi hanno venduto centinaia di migliaia di copie in patria e stanno ottenendo sempre maggiore fortuna anche all'estero. In Italia, a gennaio 2016, è uscito per Sellerio La guardia, il poeta e l'investigatore.

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