“Le ragazze” di Emma Cline


Oggi vi parlo del romanzo d’esordio più discusso dello scorso anno: “Le Ragazze” di Emma Cline, ispirato ad un fatto di cronaca nera divenuto uno dei più noti degli ultimi 50 anni negli Stati Uniti d’America proprio per la sua violenza, imprevedibilità e atrocità. Si tratta del massacro avvenuto nel 1969 a Los Angeles nella villa del noto regista polacco Roman Polanski, ad opera dei membri della setta guidata da Charles Manson. Manson, dopo aver trascorso alcuni anni in carcere, si era trasferito in California dove aveva attirato intorno a sé alcuni giovani ragazzi e ragazze affascinati dal suo carisma. Ne era nato un gruppo chiamato la “Family”, i cui componenti vivevano all’insegna della droga, del sesso libero e si erano già resi responsabili di furti e altri reati minori. A questo fatto di sangue si ispira la storia di Evie, 14enne fragile e insicura alla ricerca della propria identità e del proprio posto nel mondo.

Evie voleva solo che qualcuno si accorgesse di lei. Come tutte le adolescenti cercava su di sé lo sguardo degli altri. Un'occasione per essere trascinata via, anche a forza, dalla propria esistenza. Ma non aveva mai creduto che questo potesse accadere davvero. Finché non le vide: le ragazze. Le chiome lunghe e spettinate, i vestiti cortissimi. Il loro incedere fluido e incurante come di "squali che tagliano l'acqua". Poi il ranch, nascosto tra le colline. L'incenso, la musica, i corpi, il sesso. E, al centro di tutto, Russell. Russell con il suo carisma oscuro. Ci furono avvertimenti, segni di ciò che sarebbe accaduto? Oppure Evie era ormai troppo sedotta dalle ragazze per capire che tornare indietro sarebbe stato impossibile?
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