"Ho bisogno di un Tom Tom" di Adriana Pasetto

Titolo: Ho bisogno di un Tom Tom
Autrice: Adriana Pasetto
Editore: Book Sprint
Pagine: 88
Prezzo: 14,10 euro

Adriana Pasetto esordisce nel mondo dell'editoria con una raccolta di riflessioni, poesie, racconti e dialoghi immaginari immersi in atmosfere e quadri idilliaci, attraverso i quali ci presenta la sua filosofia di vita e dell'essere, all'insegna del sentimento più potente e contraddittorio del mondo: l'Amore, esaminato in tutte le sue forme, prive di tabù,  di preconcetti, lontano dal sesso e non condizionato da differenze di sessi, visto e vissuto come una fusione assoluta di Anime e Cuori.
Anime che vengono messe a nudo, senza pudori, per conoscere il mondo e l'Amore, per l'appunto, in tutta la sua complessità e contraddittorietà.

A mio giudizio, tanto il titolo quanto la copertina risultano decisamente fuorvianti: a primo impatto, soprattutto se (come me, che ho letto una bozza) non avete avuto la possibilità di leggere ciò che è riportato in quarta di copertina, comunicano ironia; infatti pensavo avrei avuto a che fare con una lettura molto più leggera e spensierata, che avrebbe gettato con uno sguardo a metà tra il beffardo e il comico sui rapporti umani e l'amore, invece si è rivelato un libro dai contenuti seri e profondi, i cui ragionamenti filosofici, conditi con parecchi simboli e metafore, potrebbero risultare un pò stancanti e costringere il lettore a tornare indietro e rileggere alcuni passaggi. Per questo motivo consiglio di "assumere il libro a piccole dosi", in modo da soffermarsi a riflettere e assimilare il tutto con mente più attenta.

Di simbologie, come dicevo, ce ne sono tante, come è normale accada in tutti gli scritti di carattere filosofico.

Ricorrono con frequenza immagini come "prati verdi" e "mare", che comunicano un desiderio di libertà e la ricerca di un equilibrio e di pace. Troviamo spesso finestre spalancate sul mondo degli "uomini", un chiaro riferimento al bisogno di aprirsi al mondo ed esternare, finalmente e dopo tanto tempo, pensieri e sentimenti che non potevano più essere trattenuti, nascosti e taciuti; le finestre rappresentano anche l'unica via attraverso la quale l'autrice, che si esprime attraverso protagoniste impersonali, senza volti nè identità ben definite, osserva e percepisce tutto il mondo che sta al di fuori del suo personale.

Altri elementi che ritroviamo spesso sono le stanze vuote, dalle pareti inconsistenti e bianche: il bianco che simboleggia la purezza, la genuinità e la semplicità; bianco che però è anche un colore da riempire con emozioni, parole ed esperienze nuove, assorbite guardando il mondo fuori da sè stessa, quello che sia apre, nasce e muore proprio fuori da quelle finestre.

L'autrice racconta sensazioni e sentimenti profondi che solo chi li ha vissuti pienamente e intensamente può esprimere con tanta consapevolezza e convinzione , eppure nel farlo fa riferimento a tante "LEI", come se volesse mantenere un certo distacco tra sé e le numerose "sé" di cui parla. E tale distacco viene espresso dalle tante "LEI" nei confronti degli "Uomini" intesi non come persone di sesso maschile, ma come esseri appartenenti a una specie diversa da loro: questo modo di vedersi rispetto agli altri è strano ma anche interessante, perchè in questi passaggi ho ritrovato alcune delle mie idee e del mio modo di fare, vivere e percepire il mondo "esterno" rispetto a quello nel quale "vivo" o mi rifugio e fa sempre un certo effetto sapere che altri, in altre parti del mondo, provano sensazioni o vengono attraversati da pensieri e idee simili, come colti da un sentire comune che non conosce distanze di tempo e spazio, ma solo differenze nel modo in cui viene affrontato.

Dal punto di vista formale, Adriana Pasetto possiede una buona padronanza del lessico, un pò penalizzata, però, dall'assoluta mancanza di editing che avrebbe eliminato le piccole, non gravi ma noiose sviste disseminate qua e là, difetti presenti in tutti i libri ma in misura più diffusa in quelli stampati da case editrici che offrono servizi di auto-printing o affini. Inoltre, alcune volte ho notato che la costruzione degli elementi delle frasi seguono un ordine inverso (come si legge in frasi come questa "Ma avevo quel giorno imparato ..."). Tuttavia, tali piccoli difetti non tolgono assolutamente nulla al talento dell'autrice, che sa mantenere l'attenzione del lettore su ben altro.

Da ciò che ho letto, Adriana dimostra di avere ancora molto da comunicare e sono sicura che non si farà attendere troppo.

Yami Yume

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