"La ragazza fantasma" di Sophie Kinsella

Titolo: La ragazza fantasma
Autrice: Sophie Kinsella
Editore: Mondadori
Collana: Omnibus
Pagine: 396
Prezzo: 13,00 euro
Pubblicazione: 2009

Sadie, fanciulla snob, irresistibile fantasmina degli anni '20, è la insolita protagonista de La ragazza fantasma di Sophie Kinsella, edito da Mondadori.

La vita della ventisettene Lara Lington sta andando a rotoli. Il fidanzato l'ha mollata, ma lei continua a perseguitarlo, la società di cacciatori di teste che ha avviato con la sua migliore amica è sull'orlo del baratro, la socia si è trasferita a Goa lasciandola nei guai e la sua famiglia la considera una squinternata... Quando, obbligata dai genitori, si reca al funerale di una prozia ultracentenaria che non ha mai conosciuto, le accade qualcosa di inaspettato: le appare una ragazza bellissima, eterea, vestita nello spumeggiante stile degli anni '20, che le chiede con insistenza: "Dov'è la mia collana? Voglio la mia collana!".
Chi è questa ragazza? Di quale collana parla? Perché riesce a vederla solo lei?
Va bene lo stress, ma addirittura le allucinazioni!
Quello che Lara ancora non sa è che la misteriosa ragazza comparsa dal nulla, viziata, capricciosa, vestita di abiti vintage e amante del Charleston, diventerà la sua guida, la sua confidente, la sua amica più cara, e che la ricerca della sospirata collana si trasformerà per entrambe in una sbalorditiva avventura.

La scrittrice britannica Sophie Kinsella, autrice del best seller I love shopping, che solo in Italia ha venduto tre milioni di copie, ha congegnato con il solito stile brillante, effervescente e a volte commovente, un romanzo pieno di humour tipicamente british. Un eccezionale plot cinematografico, in particolare la scena del funerale che sembra uscita da un film dei Monty Phyton, che fa ridere con sagacia ed intelligenza dietro un apparente non-sense.

La Kinsella sa parlare alle donne e mettere in luce con ironia i loro difetti e le loro manie, riuscendo a farli apparire quasi come pregi, minuscoli nei che aggiungono pepe, colore e charme alle loro personalità.
Lara è una protagonista irresistibile. Impacciata, piena di contraddizioni, ironica, irriverente, anticonformista, riesce sempre a cacciarsi in situazioni grottesche e paradossali.
Sadie, catapultata come per magia ai giorni nostri, è una forza della natura. Intelligente, spiritosa, piena di coraggio e sfrontatezza. Tratta la vita come la più incredibile delle avventure.
Impossibile non rimanere affascinati dai racconti degli "anni ruggenti", e non provare ammirazione per quelle enigmatiche donne, che con le loro frange, piume e collane di perle, le movenze a suon di Charleston e Tip Tap, conquistavano quel periodo storico caratterizzato dal proibizionismo.

Avevo 23 anni nel 1927. Per il mio compleanno abbiamo fatto un pigiama party, bevuto gin fizz tutta la sera e ballato finchè gli uccelli hanno cominciato a cantare. Oh quanto mi mancano i pigiama party. Tu fai molti pigiama party?”.

Una notte di sesso occasionale vale come pigiama party? Non credo che i nostri tempi siano proprio la stessa cosa...

Cara, quando nella vita le cose non vanno per il verso giusto, devi fare così: vai a testa alta, sfodera un sorriso smagliante, preparati un cocktail ed esci di casa!

La ragazza fantasma, forse il romanzo più maturo della Kinsella, è una favola romantica dei giorni nostri, venata di sottile malinconia, e dal sapore retrò, che unisce presente e passato ed emoziona fino all’ultima pagina. Ancora una volta l’autrice si dimostra maestra nella chick-lit di qualità, divertendoci e rilassandoci senza melensaggini e senza svenevolezze, con una storia originale e ben costruita.
Una lettura che scorre veloce e leggera come una piuma che si libra nell’aria.
Una storia tenera e delicata. Da leggere.
Unico inconveniente: una volta finita la lettura, andrete a comprare una collana di perle.

Ecco un'interessante intervista di Leonetta Bentivoglio, estratta da Repubblica.it, alla scrittrice inglese. 

Il libro s’apre con un esilarante funerale, con andirivieni del cadavere alla Funeral Party. L’ argomento funerali la seduce?
«I grandi eventi della vita, quelli decisivi, in cui l intera famiglia si riunisce, sono importanti per chi inventa storie. Un funerale può essere un eccellente punto di partenza per sviluppare un plot. Inoltre ho sempre adorato le commedie sociali che mostrano i momenti nei quali sei costretto da convenzioni e norme, e magari ti muovi in senso opposto e sbagli… Il formalismo può far scricchiolare le crepe al di sotto della vernice delle apparenze, e a noi inglesi piace trovare il lato comico di ogni cosa. Sdrammatizzare è la nostra forza».

Sadie è irresistibilmente spiritosa. Le somiglia? O Sophie Kinsella è più vicina a Lara?
«Mi piacerebbe essere spregiudicata e lieve come Sadie, ma sono come Lara: quel tipo di modern girl che affligge il fidanzato con una pioggia di sms perché non si rassegna… Ora che sono felicemente sposata e con tre figli non lo faccio più, ma da ragazza, se rompevo con un uomo, ero un tormentone di domande: perché non mi capisce? Perché non posso spiegargli? Tutto ciò in cui si crogiola Lara…».

Le piacciono gli anni '20? Così sembra dal romanzo.
«Sono la libertà, l’eccitazione della scoperta, l’innovazione sovversiva. Sono le “maschiette” ribelli e incaute con capelli corti e gonne al ginocchio, scatenate nel fumare, ballare, fare sesso… Sadie è così. Se rompe col suo ragazzo si trucca ed esce a rimorchiarne un altro. Invece Lara, dopo una delusione, si mette a leggere saggi di self-help. Una catastrofe».

Sadie è l’alter-ego di Lara? Una proiezione del suo inconscio?
«Sadie è il desiderio. È la guida di Lara nella caccia al tesoro, la sua pentola d’ oro alla fine dell’ arcobaleno. È l’ esplosivo io profondo. È il suo aspetto avventuroso, la voglia di volare. Questo è il cuore del romanzo: la relazione tra due ragazze diverse. Che forse sono la stessa persona».

È stata anche lei una «shopaholic», compratrice compulsiva come la Becky di I love shopping?
«Un po’ sì. Conosco quello stato irrazionale per cui ti eccita comprare una certa cosa, che sia piccola come un rossetto o grande e cara come una borsa firmata, e resti scioccata quando arriva il rendiconto della Visa: neghi di aver fatto quegli acquisti, ti disgusta quell’ elenco di cifre».

Non sospetta mai che la sua saga abbia segnato un’epoca di consumismo scriteriato? O addirittura influenzato certe tendenze?
«No! Io ho descritto un fenomeno compulsivo legato all’ eccesso di offerta e di consumo, non solo valutandone il piacere, ma mostrandone i rischi spaventosi: Becky slitta nei debiti, è piena di guai, partecipa alle riunioni sulle dipendenze come gli alcolisti anonimi. Insomma, io penso di aver scritto dei morality tales. E sono convinta che l’ attuale crisi economica incida fino a un certo punto sulla compulsione all’ acquisto radicata in questa nostra società. Tanto che il mio prossimo libro sarò un altro shopaholic book ».

Che dice sul femminismo? In Inghilterra Fay Weldon parla del totale fallimento nella parità domestica dei ruoli…
«Viviamo in un’ era di post femminismo dove le donne subiscono troppe pressioni per raggiungere tutto. Generazioni precedenti hanno lottato per farci ottenere più riconoscimento nel lavoro e ora ci si ritrova a stirare camicie di notte quando si torna esauste dal lavoro, perché comunque il marito non sa farlo. Chiaro che bisogna trovare una nuova strada».

Come considera la scissione costante tra letteratura commerciale e quella detta “di qualità”?
«È un confine falso e pretestuoso tra due campi che in realtà sono separati da elementi spesso legati solo alle apparenze: la copertina del libro, lo spazio di vendita in cui è collocato nel negozio… Ci sono libri “letterari” artificiosi e mal scritti, e libri “commerciali” costruiti così bene da diventare arte. Il mio mito è Jane Austen, splendida conoscitrice della natura umana. Fantastica e accessibilissima. Classica e commerciale».

Si può riassumere la formula perfetta del best-seller?
«Puoi far sì che il lettore non molli la storia perché il plot è avvincente o puoi costruire un personaggio grazie al quale il romanzo ha una voce interessante. Oppure il plot è tanto catturante da far dimenticare quella voce. Nei casi migliori la voce conquista chi legge, e al tempo stesso il lettore non può evitare di voltare pagina perché la trama è irresistibile. Ecco il best-seller».

1 commento:

  1. Ho adorato questo libro. Forse qualche colpo di scena non originalissimo, forse un po' lento all'inizio... ma alla fine piangevo come una fontana :'-)
    Divertenete e commovente, sono d'accordo con la recensione. Io l'ho letto in lingua originale: l'inglese della Kinsella è molto semplice, e per questo consiglio a tutti di fare lo stesso... anche il titolo mi piace di più: "Twenties girl" :-)

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