Anteprima: "Scarn. La nuova era dei vampiri" di Alexia Bianchini

In uscita il 26 Novembre, il primo romanzo di una scrittrice esordiente che si affaccia nel mondo dell'urban fantasy, Scarn. La nuova era dei vampiri di Alexia Bianchini, per Linee infinite editore al prezzo di € 14,00.

Trecento anni sono passati dalla strage, perpetrata da Van, il più terribile dei Vampiri. Gli Scarn, il gruppo che segue la sua sete di sangue contamina il mondo distruggendo i Carnali. Gli Anziani, vampiri rispettati che gestiscono le comunità, riescono all’ultimo momento a salvare i pochi superstiti, nascondendoli in rifugi, e creando un plasma sintetico per poter sopravvivere. Ma gli Scarn, deplorevoli esseri ingordi e malefici, esaurita la carne fresca, iniziano a divertirsi con gli stessi vampiri, rapendoli, brutalizzandoli, senza che nessuno riesca a fermarli. Il mondo come lo si conosceva un tempo crolla su se stesso, privato dell’istinto di sopravvivenza e conservazione degli uomini. I vampiri non lavorano, non producono e tutto si ferma inesorabilmente, lasciando rovine e sterpaglie ovunque. Solo i Mezzosangue, vampiri dal cuore che batte lievemente e che sopravvivono ad una breve esposizione solare, hanno la voglia di studiare, apprendere, hanno la passione nell’anima. È grazie a loro che la civiltà sopravvive alla rovina, è a loro che gli Anziani si rivolgono per cercare di istruire, incuriosire e vigilare sul sistema. Ambra, la protagonista di questa storia, è un essere speciale, una carnale figlia di vampiri, tenuta all’oscuro della sua vera natura e su ciò che è avvenuto in passato per ordine degli Anziani, ma è grazie alla sua curiosità, che riuscirà a scoprire l’esistenza di un gruppo di carnali sopravvissuti alla strage che hanno intenzione di vendicarsi, eliminando i vampiri del suo paese. Spezzerà le barriere delle diversità, mettendosi in gioco in prima persona, obbligando le tre razze: i Carnali, i Mezzosangue ed i Vampiri, a unirsi per combattere contro il vero nemico, gli Scarn.

Estratto 
CIBO CHE CAMMINA
Viviamo di notte, perché la notte è vita
Nel buio giochiamo e ce ne deliziamo
Piangete “carnali”, la vostra Era è già finita!
La nostra invece è appena partita
“Si ridesta la belva, mettetevi all’erta!”
Questo era il grido notturno dell’antica preda
L’avido mostro ne ha fatto manbassa
Lasciando sorci e noi, affamati, in massa
Rendendo sterile un mondo vitale
Ora dobbiamo solo pagare
Siamo vittime di una Sorte tremenda
Sedando le forze faremo ammenda
Speranza nutriamo nei nuovi nati
Che con dure leggi saranno amati
Nascosto a loro sarà il sapere
Estrema protezione dovranno avere

Era stata costretta a studiare a casa, con sua madre, sino all’età di quindici anni, aspettando con ansia il rientro da scuola dei suoi tre fratelli più grandi. “Sarebbe troppo pericoloso adesso” era la frase che ripeteva di continuo suo padre quando lo implorava di iscriverla a scuola come tutti gli altri bambini. Sola, tutta la notte con sua madre a imparare a leggere, a scrivere, cucire, cucinare e, cosa più importante, a combattere.
Poteva sfogarsi solo dopo le quattro di notte, quando i fratelli rientravano da scuola e papà rincasava dal lavoro. Un po’ di moto in giardino, quattro lanci al pallone, il terribile gioco del nascondino e le solite
sfide di arti marziali o, cosa più desiderata da lei, combattere con le armi inventate dal padre. Lei era la migliore: a dire di suo padre nessuno possedeva le sue abilità nel combattimento. Pur non avendo la velocità, l’udito e la vista dei fratelli era difficile sconfiggerla. La sua grande abilità nella meditazione la rendeva praticamente invisibile agli occhi dei suoi avversari.
Certo era consapevole fin da bambina che lei era diversa da loro; non mangiava le loro stesse cose e la madre le aveva insegnato a cucinare proprio per poter soddisfare i suoi bisogni anche in loro assenza. Da quando ricordava, succedeva almeno una volta l’anno di rimanere in completa solitudine per ben settantadue ore fra le quattro mura domestiche, senza mai una vera spiegazione. Ormai dopo anni aveva capito che certe domande non avevano per lei una risposta. “Quando sarai più grande” ripetevano, ma la sua curiosità non veniva mai placata. Non aveva mai visto la luce del sole. Potenza nefanda e mortale che infestava i suoi incubi terribili di bambina. Una volta, ma una soltanto, all’età di undici anni, si era svegliata nel cuore del giorno e sentendo un suono provenire da fuori casa, era salita dalla zona in terrata della villa, dove c’erano le camere da letto, al salone. Una strana luce attraversava tutto il salotto, creando una striscia luminosa che tagliava di netto la stanza, partendo da una finestra fino ad arrivare alla porta d’ingresso. Le grosse e spesse tende arancioni non erano state posizionate nella maniera corretta e una nuova scoperta la lasciò senza fiato. Quante volte aveva sentito la madre mettere in guardia i suoi fratelli sul pericolo di morte che portava la luce del sole, quante volte aveva ascoltato racconti terrificanti e paurosi su amici della sua famiglia bruciati  e consumati perché sorpresi dall’alba, o di arti completamente scomparsi, consumati dalla luce del sole filtrata da una trave rotta o da una finestra chiusa male. Il sole era il nemico primario di tutti gli esseri umani e orribile presenza nel suo dormiveglia. Ambra, così era stata chiamata per il suo colore di capelli, sentì una gran paura crescere in lei; la morte attraversava la stanza in tutta la sua magnificenza. Pulviscoli luminescenti aleggiavano, danzando in quello strato sottile di luce. Rimase incantata a osservare quello che sapeva essere la cosa più pericolosa al mondo. Quanto era bello e affascinante lo spettacolo che stava rimirando! Quanto poteva ammaliare il sole con la sua luce mortale? Avanzò di un passo, con il cuore che accelerava all’impazzata. “Io sono diversa” pensò. Forse il sole non mi nuoce o forse mi donerà una fine rapida. Vita o morte? Una scelta ardua per la sua giovane età. Una scelta che ci si pone quando nel mondo non si trova posto, non ci si sente amati, voluti, sentiti.


Alexia Bianchini, nasce e vive a Milano. Moglie e madre a tempo pieno di tre splendidi bambini, adora inventare storie di ogni genere. Appassionata lettrice fin da bambina, adora i romanzi storici e di fantascienza, ma nella scrittura si sente appagata nella poesia e nel fantasy. Vince alcuni concorsi nel 2010 e pubblica attualmente su un quotidiano on-line in un angolo di poesia tutto per lei. Come le succede spesso, questo romanzo nasce direttamente da un sogno.

2 commenti:

  1. Wooooooooow ...che copertina! Non ho potuto fare a meno di soffermarmi a leggere la trama!!!Davvero un libro interessante!!

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  2. E' davvero fantastica questa copertina!

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