LESLEY LOKKO
Libri
Anteprima: "L'estate francese" di Lesley Lokko
Autrici: Lesley Lokko
Editore: Mondadori
Pagine: 552
Prezzo: 20,00 €
Data di pubblicazione: 26 aprile 2011
Ai tre fratelli Keeler non manca davvero nulla: affascinanti e viziati, conducono un'esistenza privilegiata che si fonda sulla ricchezza e l'ottima posizione sociale dei genitori. La madre Diana, vero fulcro della famiglia, è un avvocato all'apice della carriera, il padre Harvey un affermato neurochirurgo, e Rafe, Aaron e Josh sembrano avere il futuro spianato. Ma è proprio nelle famiglie all'apparenza perfette che una linea sottile divide l'amore dall'odio, soprattutto quando si nascondono segreti scottanti. È per questo che la vita dei Keeler rischia di essere sconvolta dall'arrivo di tre giovani donne che Diana non ritiene all'altezza dei suoi figli. Il primogenito Rafe, medico di successo, incontra Maddy, un'aspirante attrice americana, che nasconde un animo fragile e travagliato. Aaron, bello e sfrontato, riesce a vincere la diffidenza e il risentimento di Julia, ambiziosa studentessa di umili origini conosciuta alla facoltà di legge. Josh, il più misterioso e problematico dei tre, architetto dalla vita nomade, si lascia conquistare dall'amore di Niela, una rifugiata somala dal passato oscuro. Con L'estate francese Lesley Lokko conferma il suo talento narrativo capace di emozionare e far sognare, conquistandoci con una storia ambientata in mondi diversi in cui si incontrano culture lontane fra loro. Da Londra, dove la lussuosa villa dei Keeler fa da sfondo a dinamiche e conflitti familiari, a New York, città simbolo di speranze e sogni delusi in cui si conoscono Maddy e Rafe, dai quartieri degli immigrati di Vienna, dove una famiglia di rifugiati somali cerca invano di ricostruirsi una vita, all'Africa delle guerre civili e degli aiuti umanitari che riunisce i destini di Josh e Niela, fino alla Costa Azzurra, dove una lontana vacanza estiva cambia per sempre le sorti dell'intera famiglia.
PROLOGO
Mougins, Francia, giugno 1969
Il rumore monotono del metallo che affondava nel terreno le
arrivava attutito, come da molto, molto lontano. Lei osservava
in silenzio, con le braccia strette intorno alla vita, i due uomini
che stavano scavando una buca poco profonda e si fermavano
solo per asciugarsi il sudore dalla fronte o delimitare meglio
i bordi della fossa. Una civetta sfrecciò sopra di loro e il suo
richiamo trafisse la tiepida aria notturna. Il profumo di ulivi e
di pini le giunse dalla valle che si stendeva sotto di lei. Sapeva
già che quell’odore le sarebbe rimasto impresso per sempre.
A un certo punto fu tutto finito. Uno dei due uomini gridò
qualcosa all’altro nella lingua armoniosa di quei luoghi. Lei
guardò mentre si passavano di mano il piccolo fagotto, già
avvolto nel lenzuolo bianco di mussola, secondo la loro usanza,
e lo deponevano nella fossa. Le sfuggì un lamento, subito
coperto dai tonfi della terra che cadeva nella buca quando i due
cominciarono velocemente a riempirla. Ci misero pochissimo. Il
terreno venne spianato e battuto, le beole riposizionate. La mattina
seguente avrebbero riasfaltato il vialetto... Ancora qualche
giorno e nessuno avrebbe mai potuto neanche lontanamente
immaginare che là sotto ci fosse nascosto qualcosa. Sepolto,
dimenticato. Lei non avrebbe mai più rivisto quegli uomini:
faceva parte dell’accordo. Si voltò e li osservò mentre riponevano
i badili nella piccola capanna in fondo al vialetto e poi se ne
andavano. Aspettò qualche secondo, poi rientrò lentamente in
casa e si chiuse la porta alle spalle, sprangandola. Era scossa dai
brividi. Si versò un brandy e andò in salotto. Non sopportava
l’idea di andare di sopra.
Si rannicchiò accanto al caminetto spento, proprio dove aveva
trascorso le ultime sei notti, stringendo forte il bicchiere. Dovette
buttare giù quasi tutto il brandy prima di riuscire a smettere
di tremare. Si costrinse a riflettere su quel che sarebbe successo
in futuro. Lungo il vialetto, la mattina seguente sarebbe stato
consegnato anche qualcos’altro. Qualcosa che avrebbe sistemato
tutto e messo fine all’incubo iniziato una settimana prima. Bevve
l’ultimo sorso. Nessuno doveva saperlo. Nessuno lo avrebbe mai
saputo. Se quella storia fosse mai venuta fuori, per lei sarebbe
stata la fine. Non c’erano altre soluzioni, nessuna alternativa.
Sarebbe stato così. Per sempre.
Lesley Lokko
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