Salone del Libro di Torino 2011: i vampiri sono tra noi (e vendono un sacco!)


Torino, ovvero il main event letterario/editoriale italiano, la grande festa del libro, o la grande illusione...

Venire al Salone del Libro, infatti, è un po’ anche illudersi che in fondo tutte quelle statistiche sulla scarsa propensione alla lettura degli italiani non siano così vere, vista la folla oceanica che invade i padiglioni del Lingotto (anche se quest’anno mi pare di notare una certa flessione rispetto ai precedenti... Ma forse saranno poi i dati ufficiali a confutare questa mia impressione...), visti i trolley che tanti si portano per consumare l’intero budget annuo personale dedicato alla lettura o l’entusiasmo trafelato di quelli che non si vogliono perdere nemmeno una presentazione del tal scrittore famoso, tentando a tutti di costi di conseguire una prodigiosa ubiquità...
Appunto, Torino è l’evento, nel quale tutti debbono esserci: gli editori dal momento che chi c’è è perchè “conta”, e i visitatori per poter vantarsi con gli amici dicendo “io c’ero!”. Parlando con il personale degli stands, poi, ovvero degli stessi editori, ne esce una realtà un poco diversa: molto entusiasmo, certamente, meraviglioso evento, che sia benedetto nei secoli, ma d’altro canto altrettanto d’immagine, sorta di isola felice in mezzo a un mare da parecchio tempo piuttosto piatto...
Tuttavia è inutile rimarcare come sia Torino, più che qualsiasi altro evento, a offrire un’immagine immediata e piuttosto efficace dello stato dell’editoria italiana, con tutte le sue luci (della ribalta) e le ombre, certo poco visibili con tutta quella luminosità diffusa, ma presenti...

Spicca moltissimo, quest’anno, la predominanza di produzioni urban fantasy e young adults: vampiri ovunque, insomma, e in tutte le salse (rosse, ovviamente), dalle uscite supergriffate delle grosse CE fino a quelle di nicchia, in certi casi anche più interessanti del mainstream, in altri palesemente sfruttanti il fenomeno del momento. Ancor più degli anni scorsi, dunque, cospicui ammassamenti di pubblico negli stands delle CE – occorre essere dei buoni giocatori di rugby per entrarci... – e in particolare ove campeggino i grandi pannelli dedicati alle più celebri uscite young adults (la Fazi con Matched, ad esempio, ha sverdeggiato un po’ ovunque!), e discutibile tendenza confermata a correre all’acquisto di tanti libri che si potrebbero tranquillamente trovare nella libreria sotto casa (vedi sopra, alla voce “io c’ero!”)... Ugualmente, e di conseguenza, spicca il “passeggio” dei visitatori nel padiglione 1, quello classicamente riservato alle piccole case editrici e alla letteratura “di ricerca” (si usa dire anche “creativa”, ma è un termine francamente vacuo...), passeggio di curiosità ma assai meno d’acquisto, ed è un peccato visto che nei vari stands si possono trovare delle vere e proprie chicche, sia narrative che saggistiche, assolutamente meritevoli di maggior considerazione commerciale...
Il Salone ogni anno offre un focus editoriale su un paese “ospite”, e quest’anno era la Russia: area interessante, poco conosciuta dalle nostre parti ma che presenta una tradizione letteraria che continua tutt’ora con ottima qualità, sulla scia dei grandi padri dello scorso secolo... Peccato che esporre a profusione libri originali, dunque in cirillico, è forse inevitabile ma anche inutile, qui!
Infine, requiem pressoché definitivo per la poesia, praticamente inesistente... A parte qualche nome “storico”, certamente...
In ogni caso, evento mediatizzato, fenomeno nazional-popolare, fiera, caciara che sia, Torino resta un’esperienza certamente da fare e coltivare nel tempo. Certe divertenti “chicche” si possono vedere forse solo qui – cito un Mauro Corona diligentemente in coda per pagare degli acquisti, oppure un Alessandro Bergonzoni che passeggia tranquillo e solitario nei padiglioni ancora poco affollati intorno alle 11 – e la messe di incontri con gli autori offerta dal calendario soddisfa veramente qualsiasi palato letterario, come da nessun’altra parte avviene, in Italia.
Andateci, in qualche prossima edizione. Non comprateci libri – a meno che non troviate qualcosa che impossibile da reperire altrove, successe a me con un titolo di Haruki Murakami che per puro caso Einaudi aveva in fondo a uno scatolone!!! – ma girate per gli stands e per tutti i padiglioni, osservate, toccate i libri, respiratene il profumo, e considerate ciò che molti forse non fanno, ovvero che lì sono loro i protagonisti, più di ogni altra cosa.

5 commenti:

  1. non sapete quanto mi sia dispiaciuto non poter andare... =(

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  2. Fenice, non sono potuta andare neanche io e mi è dispiaciuto tantissimo... :(
    Mi dispiace anche leggere che abbondavano e primeggiavano libri a tema vampiresco ma... vabè...
    Qualcuno mi odierà per questa mia affermazione. Corro ugualmente il rischio.

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  3. E' proprio un peccato che quasi ogni stand fosse pieno zeppo di libri riguardanti i vampiri...
    Mi chiedo dove sia finita la letteratura VERA...
    Bell'evento, però.

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  4. Maledetta Stephanie Meyer!!! - si scrive così? -
    ;p

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  5. Vampiri? Licantropi? Esseri soprannaturali? E' la moda del momento: rassegniamoci.

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