Intervista: Alexia Bianchini

Ciao Alexia, benvenuta. E’ un piacere averti come ospite. Il 26 Novembre hai debuttato nel mondo della letteratura fantasy con “Scarn. La nuova era dei vampiri”. Chi è Alexia Bianchini? Racconta qualcosa di te.
Sono una persona che ama fantasticare su tutto, leggendo libri, guardando film e cartoni animati. Con i miei pargoli invento nomi, storie, canzoni. Non vi è limite nella fantasia e penso debba essere parte integrante della nostra vita. La realtà va vissuta con i piedi per terra, studiando a fondo il nostro contesto per poter agire. Bene, nel fantastico, nel mio scrivere, io posso rivoluzionare tutto, dar forma al meraviglioso, giocare insieme ai miei personaggi su di un campo mutevole e dinamico. Gestire l’equilibrio fra bene e male. Ma non sempre sono io a decidere, a volte sono loro che mi suggeriscono le mosse.

Ho letto che il tuo romanzo nasce direttamente da un sogno. Siamo tutti curiosi di sapere qualcosa in più su questo sogno.
Ho la fortuna di sognare molto. Spesso mi capita di stare all’interno di un vero e proprio film onirico. Ma è raro che io sia un attore. Mi definirei più un osservatore. Ed è così che ho conosciuto Ambra. Ero nella sua casa e il suo viso malinconico, volto ai suoi fratelli, mi ha incuriosito. Curiosa, mi sono avvicinata di più e ho visto che lei era diversa da loro, lei era umana!
Al mio risveglio non ho perso un secondo, buttando giù la traccia del romanzo.

“Scarn. La nuova era dei vampiri” è ambientato in un futuro lontano, quasi post - apocalittico.
Parlaci di questo mondo.
Tutto nasce da una semplice domanda: come farebbero i vampiri senza più l’uomo? Certo, il plasma sintetico potrebbe sopperire il senso di fame, ma così come nell’uomo, ci sono vampiri che vivono le emozioni allo spasimo e che adorano sentirsi superiori. Indi per cui sarebbe logico che la guerra inizierebbe fra loro, per sopperire a questo bisogno di comandare. Ma poi, pensandoci bene, mi è sorto un ennesimo dubbio: Chi si prenderebbe cura del mondo? Noi, umani, abbiamo un innato istinto di conservazione, che sfocia anche nella capacità di occuparsi dei nostri oggetti più cari, in previsione che questi verranno tramandati, oltre che a farne buon uso, per la continuità. Ma i vampiri? La loro condanna all’eternità, paradossalmente, li ha resi indifferenti al mondo in cui vivono. Il perdurare del tempo rende tutto vacuo e noioso. Ecco perché nel mio romanzo, a distanza di trecento anni dalla disfatta dell’uomo, il pianeta terra sembra abbandonato.

Ambra, la protagonista, all’inizio del romanzo è all’oscuro di ogni cosa, vive nel mondo che hanno creato per lei i suoi genitori, ma poi, una volta appresa la verità, diviene forte e determinata. Raccontaci di lei.
La sua reazione è rapida e decisa, ma non che fosse debole prima delle sue scoperte. Ambra si sentiva oppressa dalla negazione, dalla percezione tangibile di essere diversa. Quando spezza il muro del silenzio,quella è quella la sua vittoria più grande. Non è tanto il combattere, quanto lo scoprire la verità e ritrovare, in senso lato,la sua famiglia, in particolar modo la madre, che la rende un eroina.

Hai scritto una storia che parla di vampiri e figure affini. Non credi che si tratti di un genere ormai inflazionato?
Certo, ma l’importante è il NON emulare altri scrittori, ricalcando le loro stesse tematiche. Puoi anche scrivere di un argomento molto sfruttato, ma devi essere in grado di creare la tua storia, emozionando il lettore. Inoltre, il genere che ha spopolato nei vampiri è indubbiamente il romance e l’urban fantasy, ma il mio romanzo ha anche caratteristiche fantascientifiche, se non weird, e spinge maggiormente sulla dinamicità dell’azione che su i rapporti amorosi fra vampiri e umani.

Cosa ne pensi dell’editoria italiana?
Hai una domanda di riserva? A parte gli scherzi, non siamo messi molto bene. Vi sono case editrici che non ritirano manoscritti di italiani, oppure di attempati trentunenni, imponendo un limite d’età, altri che non ritirano affatto. Molti generi vengono banditi – come la fantascienza – e ci riempiono le vetrine di libri che parlano dello stesso argomento. Del resto l’editore non è altri che un imprenditore, quindi è normale che agisca per i suoi interessi. Il problema è per chi scrive, che deve attendere lunghissimi tempi e cercare di NON AVERE FRETTA, per non incappare in case editrici a pagamento, che poi spariscono dopo la pubblicazione. Esistono piccole realtà editoriali che fanno questo mestiere per passione e che non chiedono soldi, investendo il loro tempo e denaro. La mia casa editrice si è rivelata una grande famiglia e sono felice di farne parte, ma ci sono voluti tre anni di attesa. Nel frattempo che attendete risposte vi do un consiglio: scrivete e leggete!

Secondo il tuo parere l’urban fantasy italiano è altrettanto convincente come quello straniero?
Sono convinta di sì, anzi, penso sia addirittura meglio. Abbiamo una cultura storico-letteraria che ci invidia tutto il mondo. Fra le nostre strade si sono intrecciate battaglie e consumati amori impossibili. Purtroppo però, sembra che i giovani preferiscano personaggi con nomi stranieri, forse più moderni, e mi è addirittura capitato che un editore mettesse le mani avanti, dicendo che se pubblicavo con loro dovevo trovarmi uno pseudonimo, perché in Italia il fantasy lo vendi solo così. Insomma, meglio un libro di una tizia americana che si chiama Lorely Salsbury, che una ragazza nostrana di nome Maria Rossi?
Io però ho sempre comprato i libri leggendo la sinossi, senza nemmeno chiedermi chi fosse l’autore.

Prima di ogni capitolo del tuo romanzo, è possibile leggere una poesia da te scritta.
Parlaci di questo amore per la poesia.
Sono pensieri, escono come rigurgiti dall’anima. Ne ho scritti più di 400 ormai, e li pubblico su ventimiglia.biz, in un angolo tutto mio. È la necessita di fissare un emozione che sento guardando un disegno, una foto, o ricordando qualcuno. A volte sono personali, ma spesso solo interpretativi. In ogni caso sono foglie al vento, quindi non ho mai cercato un editore per questa mia passione.

Cosa significa scrivere per Alexia Bianchini?
È uno sfogo dell’anima. Svago, piacere e persino tormento. Mentre scrivo il battito accelera, mi incupisco, mi esalto, soffro e godo di ciò che sta accadendo nella mia storia. La prima stesura esce direttamente dal cuore, poi bisogna ricominciare e limare, cercando di essere molto critici e obiettivi.
Inoltre per me scrivere significa fare un dono ai miei figli, lasciando tracce di messaggi attraverso la narrazione, permettendo loro di scorgere il mio pensiero.

Quali scrittori ti hanno formata? Quali ami particolarmente?
Leggo i generi più disparati. Quindi potrei dire che nella fantascienza ho adorato Fredrick Brown con i suoi racconti strepitosi, Harry Harrison con i suoi personaggi intensi e la grande Ursula K. Le Guin, autrice di uno dei miei libri preferiti: Urras, il pianeta dei reietti. Per l’Horror trovo sempre indispensabile per una buona cultura letteraria leggere Stephan King. Ho divorato tutti i thriller di John Grisham e di Patricia Cornwell, così come ho gradito ultimamente Stig Larsson. Herman Hesse è stata una scoperta meravigliosa. I romanzi storici sono per me fondamentali, ma quello a cui sono affezionata è I pilastri della terra di Ken Follet. Nel Fantastico preferisco J. R. R. Tolkien, e nei romanzi di vampiri al primo posto c’è Bram Stoker. Oscar Wilde mi affascina tremendamente.
A parte quelli già citati, i libri che porto nel cuore sono: Il fantasma di Canterville(O. Wilde), 1934 di A. Moravia, Jane Eyre (C. Bronte), Le metamorfosi di F. Kafka e Dune (F. Herbert).

Progetti futuri? Stai lavorando ad un nuovo romanzo?
Oh sì, non mi fermo mai, scrivere è la mia vita. Ci sono un manoscritto urban e uno dark in mano all’editore, una trilogia sui draghi è in via di editing e nel contempo sto curando 3 antologie. Intanto sto portando a termine un Cyberpunk.

Prima di lasciarti, Alexia, vorrei porti un’ultima domanda:
un motivo per leggere “Scarn. La nuova era dei vampiri”.
È dinamico e vi trascinerà fino all’ultima pagina.

Grazie per essere stata con noi, Alexia.
In bocca al lupo e a presto!

4 commenti:

  1. Credo che Alexia sia diversa dalle altre autrici.
    La cura che ha messo nelle sue risposte..non so..complimenti!
    La seguirò sicuramente.

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  2. Mi è molto piaciuto il romanzo della Bianchini.
    Questa intervista mi ha fatto piacere anche l'autrice.
    Mi trovo molto d'accordo con alcune risposte di Alexia.

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  3. I miei più sentiti complimenti ad Alexia che nonostante le avversità ha continuato a lottare e alla fine ha realizzato il suo sogno.

    Bluray

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  4. Grazie mille per le vostre parole.
    E' un piacere poter condividere la propria passione.
    Alexia

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