Intervista: Francesca Napoli

Il nostro Salotto Letterario è sempre ricco di ospiti che ci onorano della loro presenza. Oggi abbiamo con noi un’altra giovanissima scrittrice, Francesca Napoli.

Benvenuta, Francesca. Mettiti comoda e preparati a essere “torchiata” per bene. Scherzo, sentiti a tuo agio e presentati ai nostri utenti.
Iniziare un’intervista con simpatia è proprio quello che ci vuole per farmi sentire a mio agio. Innanzitutto ti ringrazio per la possibilità che mi stai dando e saluto tutti coloro che leggeranno quest’intervista. La prima dovrebbe essere la domanda che rompe il ghiaccio, sarà per questo che mi mette sempre così in difficoltà. Il mio nome lo sapete già, ho compiuto 20 anni il 16 luglio. Subito dopo aver conseguito la maturità classica, sono andata dritta a Lettere Classiche e tutt’ora sono iscritta al secondo anno. Adoro leggere ,anche se il tempo per farlo mi manca, e di conseguenza scrivere. Ho una vita a dir poco frenetica divisa tra lo studio, lo sport, la famiglia e gli amici. Fortunatamente riesco a trovare il modo e anche la voglia per fare un po’ di tutto.

Da quanto tempo hai cominciato a scrivere?
Ho iniziato scrivendo su un diario personale e su qualche pagina aperta su facebook durante il liceo. Soltanto un anno e mezzo fa, ho pensato che il tempo per iniziare a scrivere per davvero era arrivato.

Quest’anno hai esordito con "L'inquietante Urlo del Silenzio" edito da Butterfly Edizioni. Di cosa si tratta?
Si tratta di un fantasy, una storia surreale che cala anche nel paranormale. Questo romanzo narra le vicende di una giovane ragazza, Emily, che è follemente interessata al destino, alla magia oscura, all’occulto. Il suo desiderio più grande, ovvero quello dell’onniscienza, la porterà a sfiorare i limiti della follia. Per questo motivo verrà internata in un istituto di igiene mentale all’interno del quale sarà costretta a fare i conti con strani e non sempre piacevoli eventi. Il finale è senza dubbio spiazzante, ci si aspetterebbe tutt’altro e invece potremmo quasi definirlo lieto fine, forse un po’ bizzarro.

La scelta di trattare un argomento così delicato e di ambientare la storia in un luogo cupo e angosciante è stata dettata da una questione di gusti letterari personali oppure ti premeva porre l’attenzione su chi vive in situazioni terribili - sia a livello spirituale che mentale - e magari non viene capito o creduto come vorrebbe?
Senza dubbio si tratta di gusti letterari personali. Tutti gli argomenti trattati nel mio romanzo sono quelli che mi hanno da sempre ammaliato e intrigato. Sicuramente mi piacerebbe approfondirli maggiormente, diciamo che in questo romanzo mi sono limitata a romanzare le scarne notizie che già possedevo.

Hai dovuto fare delle ricerche particolari sull’argomento oppure ti sei lasciata guidare dall’istinto e dall’ispirazione?
Il punto di partenza è stato il mio argomento scelto per gli esami di maturità: “Serendipità”. A fare il resto sono state la mia fantasia e creatività, portate quasi a livelli esagerati.

Che tipo è Emy? Cosa puoi dirci in più di lei per aiutarci a conoscere e a capire meglio la sua situazione?
Emy è una ragazza speciale con una passione particolare ma prima di tutto è una ragazza comune, di quelle che si potrebbero incontrare tutti i giorni per strada. Lei dalla vita ha avuto tutto: situazione economica agiata, una famiglia che le vuole bene, l’amore, l’amicizia. Qualsiasi tratto del suo carattere viene portato agli eccessi, probabilmente anche il suo dolore con cui sarà costretta a fare i conti viene amplificato.

Il romanzo è autoconclusivo o è previsto un seguito?
Inizialmente pensavo che si trattasse di un romanzo autoconclusivo, con un bel punto alla fine. Molti lettori, tuttavia, mi hanno chiesto di continuare e sinceramente forse li accontenterò. Avrei la possibilità di descrivere meglio alcuni personaggi.

Al giorno d’oggi è sempre più difficile riuscire ad agganciare un Editore serio, che si occupi di esordienti e sappia fare davvero bene il suo lavoro. Tu cosa puoi dirci della tua esperienza? Quali passi hai compiuto per arrivare alla pubblicazione con Butterfly Edizioni?
Ho trovato la Butterfly Edizioni per caso sul web. Non avevo avuto altre esperienze in questo campo, né negative né positive. Dopo aver ultimato la stesura del mio romanzo, l’ho subito inviato alla casa editrice che mi contattata sia nel momento in cui aveva ricevuto l’e-mail, sia non appena aveva iniziato la fase di lettura e infine quando mi ha dato la lieta notizia.

Come ti sei trovata con la Butterfly Edizioni? Che tipo di  rapporto si è instaurato tra te e la direttrice della CE, Argeta Brozi?
Benissimo, la Butterfly Edizioni è una casa editrice seria, professione e mi sento di far parte di una grande famiglia. Argeta è una persona meravigliosa, mi ha fatto subito sentire a mio agio, si mette alla nostra pari e , anche se potrebbe permetterselo, non fa mai il capo nel vero senso della parola.

Hai in programma altre pubblicazioni?
Sì, sono già al lavoro per il secondo romanzo. La mia intenzione è quella di continuare a scrivere, sperando che l’ispirazione non mi abbandoni.

In futuro pensi di sperimentare generi diversi?
Senza dubbio. Credo che un buon scrittore o una buona scrittrice si vedano soltanto nel momento in cui riescono a sperimentare svariati generi.

Ancora tanti complimenti e i migliori auguri per il tuo futuro da tutta la redazione di Spaginando.

Nessun commento

Powered by Blogger.