Intervista: Fabiola D'Amico

Oggi abbiamo come ospite la scrittrice Fabiola D'Amico. Benvenuta, presentati ai nostri lettori.
Ciao e grazie per avermi dato questa opportunità. Mi chiamo Fabiola e sono mamma di due bellissime e intelligentissime bambine, Elena, 9 anni, e Melissa, 2 anni,- scusate la modestia con cui parlo delle mie bambine, tipico delle mamme. Ho quasi 38 anni… sulla soglia dei 40, accidenti, eppure se penso agli anni passati, questi ultimi 10 sono stati quelli più gratificanti sia dal punto di vista emotivo – essendo diventata mamma – che professionale. Sono laureata in economia (si avete letto bene, strano vero che scriva romanzi storici?) e lavoro con mio marito, nota dolente, vogliate perdonarmi, perché essere l’impiegata del proprio uomo, a volte, è molto snervante; altre volte però è molto comodo, soprattutto quando sono agli ultimi capitoli di una storia! Adoro cucinare e odio le faccende domestiche, ma più di tutto ho l’incubo dei panni da stirare. Mi piacciono le giornate passate a leggere; e poi, bè poi scrivo, altrimenti perché mi avresti invitata?

Quando hai cominciato a interessarti alla scrittura?
Quando inizia a scrivere la tesi di laurea mi resi conto che mettere le parole nero su bianco non era così difficile come avevo sempre pensato!i professori mi avevano sempre detto che avevo poche potenzialità!

Qual è stata la scintilla che ha fatto accendere in te questa passione?
Ho trascorso la mia infanzia a leggere gli harmony di mia madre e a inventare nella mia mente storie appassionate. Fantasticavo per dimenticare un passato che non volevo ricordare e un presente che mi faceva soffrire. Mentre scrivevo la tesi mi sono detta che potevo far conoscere anche ad altri le mie fantasie e scrissi un romance medievale dal titolo la sposa indesiderata. Non l’ho più riletto! Non oso immaginare quanti errori di editing, consecutio temporum e chi ne ha più ne metta debbano esserci in quella storia! Poi trovai nella biblioteca un libro di G. Pitrè e i suoi studi sugli affreschi delle carceri dell’inquisizione. Boom, i personaggi del tesoro del pirata apparvero come d’incanto, mi chiamavano nei momenti più impensati e mi dicevano cosa dovevo scrivere. Un difetto che hanno notato delle vere scrittrici è il fatto che mi lasci coinvolgere dai personaggi, come se fossero loro a guidare le fila della storia e non il contrario!

Hai esordito nel Luglio 2011 con il racconto erotico "La spia Ribelle" per Lite-editions. Parlaci un po’ delle trama e della protagonista.
La storia si evolve nel natale del 1800, inizia a Parigi e poi si sposta a Londra. Le cronache del tempo narrano che in quei giorni Napoleone abbia subito un attentato da un anarchico inglese. Fouché, il capo della polizia, con al soldo centinaia di spie, ha avuto l’incarico di trovare l’uomo e ucciderlo. Questa è storia reale. Da qui in poi inizia la finzione. Juliette è una delle tante vittime della cupidigia di Napoleone; ha assistito alla morte dei genitori a opera di inglesi che in nome della guerra hanno ucciso e violentato ogni donna che incrociavano sul territorio nemico. Fouchè l’ha trovata e aiutata a superare, l’ha trasformata in una abile spia. È a lei che da l’incarico di uccidere l’anarchico, però conoscendo la natura dolce della fanciulla, la costringe al lavoro sporco sequestrando la sorella. C’è una spia inglese che ha aiutato l’anarchico a tornare in Inghilterra, il capo delle spie inglesi. Trovando lui, Juliette avrebbe trovato la vittima e sua sorella sarebbe stata salva. In realtà sarà lui a trovare lei, anzi la comprerà a un’asta. Il resto non lo svelo. Juliette è una ragazza cresciuta troppo in fretta, ciò nonostante non è disposta a vendere la sua anima al diavolo. Spiare, rubare ma non uccidere. Ma c’è in gioco la vita di sua sorella …. La vita di un estraneo contro quella del suo stesso sangue. È una storia intensa, un racconto carico di sensualità e di amore. Amore per la famiglia, per un uomo che indossa sempre una maschera. Che solo a lei svelerà l’anima.

"Il tesoro del pirata" invece è stato il tuo primo romanzo a puntate, edito da Satzweiss. Su quali vicende è incentrata questa tua seconda opera?
Il tesoro è il mio primo amore… Juan e Isabella sono dentro di me, vivono per me e io ho vissuto per loro. Mi emoziono ancora quando rileggo stralci del libro. Alcuni ritengono che si tratti della solita storia di pirati, un po’ alla Salgari, in realtà è molto di più. 1645, un’ambientazione insolita dal punto di vista temporale. C’è un tesoro da trovare, soltanto alla fine si capirà cos’è questo “tesoro”; una donna che per amore del padre abbandona tutto e mette in gioco la propria vita; c’è un uomo, un uomo che vuole dimenticare il passato e rifarsi una vita. Ma il passato non si dimentica e un pirata non può diventare un onorato cittadino. La storia si evolve in alcuni luoghi: il mare, un’isola di pirati, la mia bellissima Palermo. Palermo, città millenaria, città cosmopolita. Sulle tracce del padre, Isabella si ritroverà tra i vicoli dal Cassaro, tra i mercati rionali, la vucciria, e palazzo steri, sede dell’inquisizione. Il tesoro del pirata è una storia intensa, dove l’amore, la passione si mescolano a segreti, a continui colpi di scena, in cui sono raccontate con realismo le vicende storiche di una pagina della chiesa da dimenticare.

Come mai hai scelto di suddividerla in otto parti?
La scelta non è stata mia, la Chichili agency Italia, punta alla fidelizzazione del cliente. Racconti brevi o puntate a prezzi molto competitivi, appena 0,99 €. Spendi poco, se non ti piace poco male, viceversa compri un’altra puntata e così via. Chiamiamola strategia aziendale.

Nel Giugno 2012 è stata la volta de "La maledizione di Imhotep", sempre per la casa editrice Satzweiss.
Tutte le mie storie nascono da un fatto reale, da un avvenimento storico. La maledizione nasce dalla lettura di un articolo archeologico. Tessere la trama con i personaggi inventati non è stato difficile. Jeffrey, l’attraente archeologo che non disdegna le relazioni amorose, ha un carattere difficile, che non ama per proteggere se stesso, ma di fronte al fascino della bibliotecaria Lucrezia non sa resistere. È una storia per adulti, con un tocco di mistero e un pizzico di paranormale. Una storia breve, come molti hanno puntualizzato, ma è prossima la pubblicazione di un’altra emozionante avventura tra le rovine egizie.

Se non sbaglio tutte le tue opere sono state pubblicate in formato digitale. Come mai questa scelta?
La verità? 7 anni fa mandai il tesoro alla mondadori, ma mi dissero che non era in linea con i loro prodotti editoriali. Mi sembrò che volessero dirmi che il testo non valeva abbastanza. Mi demoralizzai, mi feci consigliare male e pubblicai a pagamento. Scelta ultra sbagliata, l’unica che non rifarei. Infine pubblicai il romanzo sul blog la mia biblioteca romantica e ricevetti tanti apprezzamenti nonché il consiglio di una collega di rivolgermi a questa nuova casa editrice tedesca che cercava autori. Diciamo che il destino ci ha messo lo zampino. L’ebook è il libro del futuro, anche se siamo legati al rumore della carta, all’odore delle pagine, presto il digitale sarà l’unica realtà.

Quali criteri hai seguito nella scelta dei tuoi editori?
Non pubblicherò mai più a pagamento. Non perché non credo nella validità del mio lavoro, ma perché una casa editrice a pagamento ha già guadagnato e non ti sponsorizza. Come dire che di te non gli importa nulla. Con il nuovo romanzo sto nuovamente tentando una pubblicazione cartacea, ma il mercato è troppo saturo.

Come ti sei trovata con la Lite-editions?
Non ho avuto un rapporto diretto con la Lite, il racconto faceva parte di un’antologia curata da Officina letteraria e furono loro a prendere i contatti. Ultimamente, ho conosciuto tramite Fb alcuni collaboratori. Loro mi conoscevano bene! Questo naturalmente mi ha fatto piacere.

E cosa puoi dirci invece della Satzweiss?
Innanzi tutto un nome Roberta Gregorio, la nostra referente italiana. Competenza e onestà, i loro punti di forza. Pubblicano ogni genere, purchè valido e si fanno in quattro per la promozione. Devo a loro il mio inizio, non lo dimenticherò.

So che oltre a queste tre pubblicazioni individuali, anche alcuni tuoi racconti sono stati inseriti in diverse antologie.
Scrivo per passione e se l’argomento mi piace mi butto, anche se non devo ricavarci nessun compenso economico. Non che faccia chissà quali soldi, beninteso, sono molto lontana dal potermi mantenere con questo mio grande sogno, ma si sa i sogni fanno la felicità, non danno da mangiare! La sfida delle antologie di Delos è molto accattivante: scrivere un racconto in 2000 battute, spazi inclusi, non è per niente facile.

Passando alle curiosità: che lettrice sei? Quando decidi di acquistare un libro ti lasci guidare dall'istinto, dal genere letterario, dalla trama o dalla copertina?
Lettrice compulsiva mi definisco. A volte compro e passano anni prima che legga il libro. Alcune collezionano scarpe, io libri. Sicuramente mi lascio conquistare dalla trama e leggo di tutto tranne horror e storie di vampiri

L'ultimo libro che hai letto?
Un nome dal passato di Maria Masella

Tre libri che consiglieresti?
La scarpetta di diamanti di Jane Feather, tutti i libri di  Wilbur Smith e il mio naturalmente!

Un personaggio al quale ti sei affezionata o nel quale ti sei identificata in modo particolare?
Nessuno e tutti, quando leggo mi calo nella trama. Per quanto riguarda i mie protagonisti, li considero mie creature, secondo te una madre può avere della preferenze?

Grazie per aver soddisfatto le nostre curiosità e complimenti per i tuoi lavori.
Grazie a te per avermi ospitato e scusami se mi sono dilungata.

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