Ka Hancock
Libri
"Danzando sui vetri rotti" di Ka Hancock
Titolo: Danzando sui vetri rotti
Titolo originale: Dancing on Broken Glass
Autore: Ka Hancock
Traduttore: Marina Timperi
Editore: Leggereditore
Pagine: 416
Prezzo: 14,00 euro
Anno di pubblicazione: 2012
Basato su una vicenda privata dell’autrice Ka Hancock, che ha lavorato a lungo nel reparto di psichiatria dell’LDS Hospital di Salt Lake City, Danzando sui vetri rotti, edito da Leggereditore e in libreria dallo scorso settembre, racconta la storia di uno (stra)ordinario matrimonio con le sue imperfezioni e i suoi punti di forza: lei è in perenne lotta contro il cancro e lui è affetto da un disordine bipolare. Un romanzo che accompagna il lettore in un viaggio indimenticabile in cui l’amore è in grado di sovvertire tutte le regole.
«Il medico di Mickey mi guardò per qualche istante poi fece un respiro profondo. “Lucy, ogni matrimonio è una danza; a volte complicata, a volte deliziosa, il più delle volte senza eventi rilevanti. Ma con Mickey ci saranno momenti in cui la vostra danza sarà sui vetri rotti. Sarà dolorosa. O fuggirete da questo dolore o vi terrete ancora più stretti e danzerete su questi vetri fino a un punto meno accidentato.»
Lucia Houston e Michael Chandler non sembrano destinati a una vita felice: lui è affetto da disturbo bipolare e la famiglia di lei ha accumulato una lunga serie di casi di cancro. Nonostante siano entrambi segnati da un destino che non lascia ben sperare, quando le loro strade si incontrano la notte del ventunesimo compleanno di Lucia, è subito amore. Nonostante le perplessità delle sorelle di lei e la gestione oggettivamente difficile di un rapporto che si consuma fra momenti di armonia, pause fatte di assordanti silenzi e i periodi di down che Michael supera nella clinica dove viene tenuto in cura da uno psichiatra che è quasi un padre putativo, i due non possono fare a meno l’uno dell’altra. Cauti a ogni passo, Lucia e Michael sono determinati a portare avanti la loro relazione consapevoli di non essere in grado di donare un futuro felice a un possibile figlio. Lui le promette onestà. Lei gli promette pazienza. Entrambi si promettono di rinunciare a essere genitori. Nonostante la decisione dolorosa e difficile di non avere bambini, tutto cambia improvvisamente il giorno del loro undicesimo anniversario di matrimonio dopo un controllo di routine di Lucia.
Raccontata da Lucy in prima persona, la storia di questa danza dolorosa ha come spettatori tutti gli abitanti della comunità in cui vive la coppia, una sorta di famiglia allargata. L’intera collettività rappresenta una rete di sicurezza senza la quale il dispiegarsi della vita individuale non è concepibile. Una visione confortante ma anche un po’ asfissiante.
Lucy porta avanti il cliché, fortemente usurato e soprattutto un po’ sgradevole, del trionfo dei buoni sentimenti ad ogni costo: non si arrabbia mai, di fronte ai problemi cerca una soluzione che accontenti tutti, accetta il suo destino senza protestare e con profonda umiltà. Il suo personaggio, così concepito, rischia di apparire tanto forte quanto semplice, forse addirittura piatto. E probabilmente ciò si riflette nella scrittura di Ka Hanckock, semplice, lineare, quasi ingenua, come a voler evidenziare la scarsa complessità del personaggio principale.
Mickey invece è un personaggio più articolato e concreto: non per la malattia, ma per il cambiamento cui va incontro nel corso della storia. L’autrice ce ne dà una rappresentazione reale e complessa al di là del suo male, pur mantenendo una prosa eccessivamente semplice. Ma forse la scelta dello stile è tattica: un linguaggio asciutto e diretto è più immediato, e trasforma la lettura in una esperienza empatica molto potente.
Leggendo questa storia è impossibile non porsi i medesimi interrogativi dei protagonisti: è opportuno mettere al mondo un figlio con la consapevolezza che potrebbe rimanere presto orfano di madre e che sarebbe, poi, cresciuto da un padre affetto da disturbo bipolare? In bilico tra morale ed egoismo, si acquista immediatamente la consapevolezza che non è semplice fornire una risposta ai quesiti che, pagina dopo pagina, il libro suscita.
Danzando sui vetri rotti: una storia intima e toccante in cui nessuna regola ha più importanza e la parola amore assume nuove declinazioni e profonde sfumature. Un inno alla speranza in grado di commuovere anche il cuore più insensibile. Provare per credere.
Titolo originale: Dancing on Broken Glass
Autore: Ka Hancock
Traduttore: Marina Timperi
Editore: Leggereditore
Pagine: 416
Prezzo: 14,00 euro
Anno di pubblicazione: 2012
Basato su una vicenda privata dell’autrice Ka Hancock, che ha lavorato a lungo nel reparto di psichiatria dell’LDS Hospital di Salt Lake City, Danzando sui vetri rotti, edito da Leggereditore e in libreria dallo scorso settembre, racconta la storia di uno (stra)ordinario matrimonio con le sue imperfezioni e i suoi punti di forza: lei è in perenne lotta contro il cancro e lui è affetto da un disordine bipolare. Un romanzo che accompagna il lettore in un viaggio indimenticabile in cui l’amore è in grado di sovvertire tutte le regole.
«Il medico di Mickey mi guardò per qualche istante poi fece un respiro profondo. “Lucy, ogni matrimonio è una danza; a volte complicata, a volte deliziosa, il più delle volte senza eventi rilevanti. Ma con Mickey ci saranno momenti in cui la vostra danza sarà sui vetri rotti. Sarà dolorosa. O fuggirete da questo dolore o vi terrete ancora più stretti e danzerete su questi vetri fino a un punto meno accidentato.»
Lucia Houston e Michael Chandler non sembrano destinati a una vita felice: lui è affetto da disturbo bipolare e la famiglia di lei ha accumulato una lunga serie di casi di cancro. Nonostante siano entrambi segnati da un destino che non lascia ben sperare, quando le loro strade si incontrano la notte del ventunesimo compleanno di Lucia, è subito amore. Nonostante le perplessità delle sorelle di lei e la gestione oggettivamente difficile di un rapporto che si consuma fra momenti di armonia, pause fatte di assordanti silenzi e i periodi di down che Michael supera nella clinica dove viene tenuto in cura da uno psichiatra che è quasi un padre putativo, i due non possono fare a meno l’uno dell’altra. Cauti a ogni passo, Lucia e Michael sono determinati a portare avanti la loro relazione consapevoli di non essere in grado di donare un futuro felice a un possibile figlio. Lui le promette onestà. Lei gli promette pazienza. Entrambi si promettono di rinunciare a essere genitori. Nonostante la decisione dolorosa e difficile di non avere bambini, tutto cambia improvvisamente il giorno del loro undicesimo anniversario di matrimonio dopo un controllo di routine di Lucia.
Raccontata da Lucy in prima persona, la storia di questa danza dolorosa ha come spettatori tutti gli abitanti della comunità in cui vive la coppia, una sorta di famiglia allargata. L’intera collettività rappresenta una rete di sicurezza senza la quale il dispiegarsi della vita individuale non è concepibile. Una visione confortante ma anche un po’ asfissiante.
Lucy porta avanti il cliché, fortemente usurato e soprattutto un po’ sgradevole, del trionfo dei buoni sentimenti ad ogni costo: non si arrabbia mai, di fronte ai problemi cerca una soluzione che accontenti tutti, accetta il suo destino senza protestare e con profonda umiltà. Il suo personaggio, così concepito, rischia di apparire tanto forte quanto semplice, forse addirittura piatto. E probabilmente ciò si riflette nella scrittura di Ka Hanckock, semplice, lineare, quasi ingenua, come a voler evidenziare la scarsa complessità del personaggio principale.
Mickey invece è un personaggio più articolato e concreto: non per la malattia, ma per il cambiamento cui va incontro nel corso della storia. L’autrice ce ne dà una rappresentazione reale e complessa al di là del suo male, pur mantenendo una prosa eccessivamente semplice. Ma forse la scelta dello stile è tattica: un linguaggio asciutto e diretto è più immediato, e trasforma la lettura in una esperienza empatica molto potente.
Leggendo questa storia è impossibile non porsi i medesimi interrogativi dei protagonisti: è opportuno mettere al mondo un figlio con la consapevolezza che potrebbe rimanere presto orfano di madre e che sarebbe, poi, cresciuto da un padre affetto da disturbo bipolare? In bilico tra morale ed egoismo, si acquista immediatamente la consapevolezza che non è semplice fornire una risposta ai quesiti che, pagina dopo pagina, il libro suscita.
Danzando sui vetri rotti: una storia intima e toccante in cui nessuna regola ha più importanza e la parola amore assume nuove declinazioni e profonde sfumature. Un inno alla speranza in grado di commuovere anche il cuore più insensibile. Provare per credere.
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