Miscellanea
Cari libri, cara Italia, un click forse vi salverà!
"Mentre annaspiamo sui mercati finanziari e il mondo sembra toglierci quella fiducia che ci siamo guadagnati in millenni di storia, è partita la battaglia per salvare la nostra memoria: 231 milioni di volumi conservati in 12 mila biblioteche. Senza i quali il nostro Paese vale meno. Ce la faremo mandando tutto in rete. Da consultare via tablet."
di Raffaele Oriani, foto di Massimo Siragusa
E' alta, solida, fin troppo essenziale. E talmente diffusa che l’agenzia di stampa Bloomberg nel 2009 ha creato il Billy Index per monitorare il potere d’acquisto su scala planetaria. Ma la mitica libreria dell’Ikea, presente in oltre 40 milioni di case di 38 nazioni diverse, misura anche altre cose: secondo l’Economist il nuovo modello che passa da 28 a 38 centimetri di profondità dimostrerebbe che gli svedesi danno ormai per perso il libro di carta. Fuori tascabili e hard cover, dentro ninnoli, schermi al plasma, foto di amici e parenti: per la semplice ragione che la lettura digitale non ha bisogno di librerie. Ma se è così, avrà bisogno di biblioteche? Il futuro è d’obbligo, perché gli ebook muovono ora i primi passi, guadagnando terreno in fretta al di là dell’Atlantico, ma procedendo cauti in Europa dove si sono appena conquistati l’1 per cento del mercato tedesco e meno dello 0,5 di quello italiano. Ma seppur a rilento il futuro arriverà anche da noi: nel 55 per cento delle case italiane con meno di 50 libri, in quell’8 per cento che ne possiede più di 400, e nelle sale foderate di volumi delle 12.375 biblioteche pubbliche della Penisola.
LEGGERE IN PACE E DI TUTTO. Le biblioteche sono “granai pubblici” dove ammassare riserve per lo spirito, scrive Marguerite Yourcenar nelle Memorie di Adriano. Ci sono biblioteche che custodiscono l’eredità della nazione e biblioteche dove si prendono a prestito i volumi che non si vogliono comprare in libreria. Le prime sono tenute a non buttare via nulla, le seconde ogni anno si liberano di un buon 2 per cento dei depositi eliminando il dimenticato bestseller di vent’anni fa o il flop clamoroso della scorsa stagione. Tra scaffali e caveau i lettori hanno comunque a disposizione un patrimonio immenso: le ultime stime dell’Istituto centrale per il catalogo unico (Iccu) parlano di 231.578.339 volumi e opuscoli complessivi (periodici
esclusi). Solo le 46 biblioteche statali custodiscono 23 milioni di volumi a stampa e 198mila manoscritti: una linfa culturale che circola nel Paese grazie a oltre due milioni di consultazioni in loco e quasi 300mila prestiti all’anno. Su questo paesaggio secolare soffia ora il vento della lettura digitale. È facile prevedere che sconvolgerà tutto, anche se per il momento ha inciso quasi solo sulle abitudini delle biblioteche universitarie: «I pochi che leggono, leggono ancora il cartaceo» sintetizza un funzionario della direzione Biblioteche del ministero dei Beni culturali.
EPPURE QUALCOSA SI MUOVE. Dal 2005 è attivo il progetto di Internet Culturale che, in partnership con una settantina di biblioteche storiche, ha già digitalizzato e riversato in rete 650mila tra volumi a stampa, spartiti e manoscritti. Nel 2010 Google e il ministero dei Beni culturali hanno annunciato la digitalizzazione e la messa on line - nel giro di una decina d’anni - di un milione di volumi delle Biblioteche nazionali di Roma e Firenze. Finora si è trattato di tradurre in pixel testi al riparo da ogni diritto d’autore, tanto che il progetto targato Google si ferma fin troppo prudenzialmente a pubblicazioni pre-1850. Ma cosa succede se in biblioteca irrompe l’ebook fresco di stagione? Il romanzo che campeggia in tutte le librerie con la fascetta dello Strega o del Campiello? A Bologna Giulio Blasi ha fondato MediaLibrary Online, un sistema di prestiti in Rete che in un paio d’anni ha aggregato duemila biblioteche decise a raccogliere la sfida del libro digitale. «Al momento abbiamo in catalogo diecimila libri italiani e 1750 quotidiani in 40 lingue diverse» spiega questo manager già allievo di Umberto Eco. «Il tutto è a disposizione degli utenti delle biblioteche convenzionate, che possono accedere online, scaricare il titolo e leggerselo per 14 giorni su un massimo di sei diversi lettori digitali ». La biblioteca passa così dal possesso all’accesso, dalla custodia fisica allo smistamento digitale del libro. Secondo Blasi, con un duplice vantaggio: «A una buona rete di biblioteche un prestito cartaceo può costare fino a 4 euro; con il nostro sistema non si spendono più di 50 centesimi. E poi la velocità di reazione: se segnalo che vorrei leggere Acciaio di Silvia Avallone, tra la mia richiesta e la disponibilità effettiva del cartaceo possono passare settimane o mesi. Con MediaLibrary, il volume è a disposizione in tempo reale». Viva i libri, quindi, viva il digitale. Ma se tutto avviene in Rete, che fine faranno le biblioteche? Il 29 per cento delle biblioteche italiane è ospitato in un “palazzo monumentale”. Qualcosa come 3.573 strutture di sangue blu. Ma non è solo questione di prestigio storico.
Stefano parise è presidente dell’Associazione italiana biblioteche e dirige la fondazione “Per leggere” che unisce 54 Comuni della cintura milanese. È uno dei più affezionati “clienti” di MediaLibrary, ma non crede che un clic potrà mai valere una sala di lettura: «Soprattutto nei centri minori la biblioteca è un presidio che lo scambio in Rete non è in grado di sostituire. Spesso siamo l’unico luogo di incontro per i ragazzi e l’unico palcoscenico di offerta culturale». Sono cambiate, stanno cambiando, ma non spariranno: «Nel mondo della lettura digitale - continua Parise - noi bibliotecari saremo “personal trainer” della lettura, cartografi della conoscenza in rete».
Il bibliotecario lavorerà sempre meno tra gli scaffali e sempre più tra Twitter e Facebook, secondo Giulio Blasi. Invece secondo Parise la scommessa sarà vinta solo se il libro digitale non si ritorcerà contro la lettura in biblioteca: «Il rischio è che i rapporti di forza si spostino ancorpiù a vantaggio degli editori. Un libro cartaceo è della biblioteca finché non si sfascia, un volume elettronico spesso è vincolato a un numero limitato di download». Ma siamo appena agli inizi. Gli e-reader italiani sono poco più di 200mila, in fondo anche Ikea ha smentito l’addio libro di carta. Ci sarà tempo per sbrogliare la matassa di diritti e interessi della lettura digitale: «Lei parla di e-book» sospira il solito funzionario del ministero dei Beni culturali. «Ma a me preoccupa l’intonaco: ha idea di quante biblioteche cadono a pezzi?».
Tratto da "Io Donna", novembre 2011.
di Raffaele Oriani, foto di Massimo Siragusa
Biblioteca Palatina di Parma |
LEGGERE IN PACE E DI TUTTO. Le biblioteche sono “granai pubblici” dove ammassare riserve per lo spirito, scrive Marguerite Yourcenar nelle Memorie di Adriano. Ci sono biblioteche che custodiscono l’eredità della nazione e biblioteche dove si prendono a prestito i volumi che non si vogliono comprare in libreria. Le prime sono tenute a non buttare via nulla, le seconde ogni anno si liberano di un buon 2 per cento dei depositi eliminando il dimenticato bestseller di vent’anni fa o il flop clamoroso della scorsa stagione. Tra scaffali e caveau i lettori hanno comunque a disposizione un patrimonio immenso: le ultime stime dell’Istituto centrale per il catalogo unico (Iccu) parlano di 231.578.339 volumi e opuscoli complessivi (periodici
esclusi). Solo le 46 biblioteche statali custodiscono 23 milioni di volumi a stampa e 198mila manoscritti: una linfa culturale che circola nel Paese grazie a oltre due milioni di consultazioni in loco e quasi 300mila prestiti all’anno. Su questo paesaggio secolare soffia ora il vento della lettura digitale. È facile prevedere che sconvolgerà tutto, anche se per il momento ha inciso quasi solo sulle abitudini delle biblioteche universitarie: «I pochi che leggono, leggono ancora il cartaceo» sintetizza un funzionario della direzione Biblioteche del ministero dei Beni culturali.
Biblioteca Nazionale Marciana di Venezia |
Stefano parise è presidente dell’Associazione italiana biblioteche e dirige la fondazione “Per leggere” che unisce 54 Comuni della cintura milanese. È uno dei più affezionati “clienti” di MediaLibrary, ma non crede che un clic potrà mai valere una sala di lettura: «Soprattutto nei centri minori la biblioteca è un presidio che lo scambio in Rete non è in grado di sostituire. Spesso siamo l’unico luogo di incontro per i ragazzi e l’unico palcoscenico di offerta culturale». Sono cambiate, stanno cambiando, ma non spariranno: «Nel mondo della lettura digitale - continua Parise - noi bibliotecari saremo “personal trainer” della lettura, cartografi della conoscenza in rete».
Il bibliotecario lavorerà sempre meno tra gli scaffali e sempre più tra Twitter e Facebook, secondo Giulio Blasi. Invece secondo Parise la scommessa sarà vinta solo se il libro digitale non si ritorcerà contro la lettura in biblioteca: «Il rischio è che i rapporti di forza si spostino ancorpiù a vantaggio degli editori. Un libro cartaceo è della biblioteca finché non si sfascia, un volume elettronico spesso è vincolato a un numero limitato di download». Ma siamo appena agli inizi. Gli e-reader italiani sono poco più di 200mila, in fondo anche Ikea ha smentito l’addio libro di carta. Ci sarà tempo per sbrogliare la matassa di diritti e interessi della lettura digitale: «Lei parla di e-book» sospira il solito funzionario del ministero dei Beni culturali. «Ma a me preoccupa l’intonaco: ha idea di quante biblioteche cadono a pezzi?».
Tratto da "Io Donna", novembre 2011.
Io appartengo a l'8% di quella popolazione con più di 400 libri in casa e sono molto orgoglioso della mia collezione. Non amo gli ebook e rimarrò sempre fedele al buon vecchio libro di carta. Grazie comunque per il post molto interessante.
RispondiEliminaMi dispiacerebbe se questo patrimonio andasse perso. Quindi, in questo senso, sono favorevole alla digitalizzazione. Resto comunque fedele al cartaceo. E' una sensazione impagabile stringere un libro tra le mani, sentirne l'odore delle pagine... ;p
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