Quando la distopia è così realistica da diventare riflessione etica: Picabo Swayne - Le storie della camera oscura di Alessandro Gatti & Manuela Salvi

Una storia bellissima ambientata in un mondo futuro che vuole cancellare tutti i ricordi. Una ragazzina che grazie a una macchina fotograficamagica può salvare il mondo dalla rovina.
Picabo Swayne – Le storie della camera oscura è un romanzo che appassionerà i lettori più giovani e commuoverà quelli adulti.

Titolo: Picabo Swayne - Le storie della camera oscura
Autori: Alessandro Gatti & Manuela Salvi
Editore: Fanucci
Collana: Teens International
Pagine: 256
Prezzo: 14,00 €
Data di pubblicazione: 24 novembre 2011

Coldbay, città del futuro in cui il governo controlla l’esistenza dei cittadini, la quindicenne Picabo Swayne ha un segreto: una misteriosa macchina fotografica che le permette di vedere il passato. Bricks, detto anche ‘Quartiere Vecchio’, non è solo il cuore di Coldbay e l’unico angolo rimasto umano nella grigia città, ma anche la casa di Picabo: da quando sua madre è scomparsa misteriosamente, come molti altri adulti di Coldbay, Picabo e il suo gatto vivono soli, in mezzo agli artisti e ai ribelli contrari allo stile di vita imposto dal governo. I Quattro Reggenti al potere hanno infatti dichiarato lo stato di emergenza e isolato tutte le città per via di pericolose polveri disperse nell’aria; in nome della sicurezza nazionale, hanno anche confiscato tutti i beni ritenuti sospetti, inclusi libri, computer e tutto quello che può lasciare spazio ai ricordi.
La macchina fotografica di Picabo però ha la straordinaria capacità di immortalare il soggetto inquadrato così com’era nel passato. Esiste anche una leva per attivare la modalità ‘futuro’, ma non ha mai funzionato… Qualcuno però vorrebbe tanto mettere le mani sulla macchina di Picabo… Sarà l’inizio di una serie di scoperte sconvolgenti, che la porteranno a esplorare il sottosuolo di Coldbay, sulle tracce della madre scomparsa, con l’aiuto dei suoi amici e degli indizi ricavati dalle fotografie.

ALESSANDRO GATTI è nato ad Alessandria nel 1976. Laureato in filosofia, è autore di racconti e romanzi per ragazzi. Dal 1996 al 2005 è stato redattore della rivista di narrativa Maltese Narrazioni. Per le edizioni Mondadori ha pubblicato con Pierdomenico Baccalario la serie Candy Circle, i cui diritti cinematografici sono stati acquistati dal regista Enzo D’Alò. Sempre con Baccalario ha scritto la serie I Gialli di Vicoli Voltaire, edita da Piemme.

MANUELA SALVI è nata a Formia nel 1976. Laureata in grafica e comunicazione, ha lavorato per ben quindici anni a stretto contatto con bambini e ragazzi, come animatrice e insegnante di scuola superiore. Si occupa di letteratura per ragazzi in qualità di copyeditor, redattrice e scrittrice. È autrice di libri illustrati e di romanzi pubblicati da case editrici italiane, come Mondadori, Orecchio Acerbo, Sinnos, Fatatrac, e dall’editore francese Sarbacane.

Prologo
16 febbraio 2095

Era possibile, lo sapevamo tutti. Ma per molto tempo ci è
sembrata lontana, così lontana che era facile non pensarci.
E poi è arrivata.
La fine del mondo. Del nostro mondo.
Gli eventi che nessuno di noi aveva voglia, o forza, o coraggio
di immaginare ci hanno travolti in pochi giorni.
Ed è stato peggio, molto peggio dell’immaginabile.

All’improvviso si sono spente le luci, un blackout totale che
ha sprofondato la città in un panico assoluto. Sento le sirene di
autoambulanze e polizia che gridano nel buio, mentre scrivo a
lume di candela su questo pezzo di carta con una vecchia penna
a sfera. Avevo dimenticato come si fa, a scrivere senza tastiera.
Già da tre mesi Coldbay è stata blindata e nessuno può entrare
o uscire. Dicono sia per le polveri tossiche che vengono
da est, ma io sospetto ci sia qualcos’altro. Capire cosa, però, è
impossibile.
Tutti gli schermi sono neri e muti, non c’è possibilità di ricevere
notizie, e Andreas è fuori con Barnaba. Non mi fido più
di Cox: da quando c’è stato l’annuncio della crisi energetica è
come impazzito. Non credo più nemmeno a tutte quelle storie
che ci ha raccontato sui soldi che si è procurato per avviare il
progetto del Grande Inceneritore. Andreas ne è entusiasta, ma
per lui a volte l’oceano è più importante di tutto il resto.
Comincio a pensare che mio padre avesse ragione. E di aver
fatto bene a non parlare in giro della macchina fotografica.
Scrivo per avere memoria degli eventi, e per lasciarne traccia
a chi verrà dopo di noi. È la memoria la cosa più importante,
in questo momento. Non dimenticarci chi siamo, cosa abbiamo
fatto e come siamo arrivati a questo punto.
Si parlava di crisi globale già dall’inizio del millennio. Ma solo
adesso, solo la nostra generazione ha toccato con mano cosa
significassero quei segnali che sono stati ignorati per decenni.
Nel 2090, il Pacific Trash Vortex ha raggiunto le coste americane.
Un’immensa marea di rifiuti in putrefazione, disgregati
dalla salsedine e dal sole, si è abbattuta sulle spiagge e ha chiuso
Coldbay in una palude pericolosa, di cui non si conoscono
la composizione né le nuove specie animali che vi hanno prolificato,
mutando e diventando dannose per l’uomo.
‘Immensa’ non rende l’idea. Tutto è iniziato da una chiazza
di rifiuti radunati e spinti dalle correnti in un punto al largo
del Pacifico. La chiazza è diventata grande due volte la
Francia. E ha continuato ad allargarsi. Finché nel 2090 ha unito
la costa americana a quella dell’Asia.
Andreas ha lottato al fianco delle associazioni ambientaliste
fin da quando era un ragazzino, ma non c’è stato niente da fare.
L’oceano Pacifico è perduto e l’espansione del Vortex non si
è fermata.
Con l’ecosistema marino distrutto, la crisi del petrolio e il
global warming, tutto è precipitato, a catena.
Ma non pensavamo che si sarebbe arrivati a questo.
Al buio, all’oscurità. Al silenzio, rotto solo dalle sirene incessanti.
I grattacieli e i palazzi sono neri, dalla mia finestra ne intravedo
le sagome nella notte. Se davvero siamo alla Crisi Energetica
Globale, come faremo a sopravvivere? Tutta la nostra civiltà
si fonda sull’uso della corrente elettrica e delle tecnologie
informatiche. Siamo perduti.
Vorrei solo che Andreas tornasse a casa, sapere che sta bene.
Mio padre diceva sempre: È solo guardando il passato che
si può capire il presente. E solo alzando la testa verso il futuro
si possono superare gli errori del passato.
Ma il futuro è avvolto dall’oscurità, impossibile scorgerlo.
E il nostro presente? Da mesi spariscono persone, il Governo
raccoglie libri, ci è stata imposta la consegna di tutto il materiale
cartaceo considerato inutile, come riviste, giornali, vecchi
quaderni, fotografie.
Ache scopo?
Ho paura che stiano cercando di cancellare la nostra memoria.
Si parla con ottimismo di Civiltà Nuova, ma cosa significa?
Ho paura. Ho paura che si perda il controllo, che la paura
stessa ci spinga ad agire senza considerare le conseguenze profonde
delle nostre scelte.
La mia amica Amelia aveva cominciato a portare via libri
dalla biblioteca in cui lavora e a nasconderli in casa. Le ho dato
della pazza, ma adesso non lo so più. Vorrei capire cosa sta
succedendo.
Vorrei solo che le sirene smettessero di urlare e che tornasse
la luce. Mi sono alzata per premere l’interruttore. Ma tutto è
rimasto buio e immobile.
Smetto di scrivere, è meglio conservare la candela.

Penelope Swayne

Nessun commento

Powered by Blogger.