"Colonia di vampiri" di Giovanni Monaco

I vampiri sono tra noi. Vivono tra noi, si muovono per le vie delle nostre città, si mescolano perfettamente con gli umani, vi si celano in mezzo… Il loro miglior nascondiglio è fare in tutto e per tutto parte della società, della vita quotidiana degli uomini, no? Bene, dunque di logica anche un vampiro dovrà compilare il modello 730 per le tasse, oppure il modello Red per la determinazione del reddito, magari avendo bisogno di un CAAF sindacale per il supporto alla compilazione…

Certo, lo so, state pensando che stia vaneggiando, che per un essere spietato come un vampiro una dichiarazione dei redditi sia l’ultima cosa a cui pensare e idem altre simili cose della più ordinaria quotidianità. Ma proprio su questa idea di base – particolare, inutile dirlo – Giovanni Monaco costruisce la storia di Colonia di Vampiri, il suo romanzo: prendere buona parte dell’iconografia classica del vampiro e mischiarla con le umane vicende quotidiane, a partire appunto dalle più ovvie e materiali. Una sorta di sociologicizzazione della tematica vampiresca, ovvero un’ambientazione forse bizzarra, di primo acchito, ma che probabilmente più di tante altre può donare l’idea di una concreta presenza dei succhiasangue tra gli umani: essi sono tra di noi, vivono tra di noi? Bene, che pure loro paghino le tasse, che diamine! Un super-urban fantasy, in pratica, o meglio un social-urban fantasy!

Colonia di vampiri racconta in sostanza la storia della vampirizzazione di Marco, trentenne abbastanza squattrinato e squinternato che trova un lavoro a tempo determinato presso un CAAF sindacale durante il periodo della compilazione delle dichiarazioni dei redditi. Abita solitario in un normale appartamento di città, il padre gli è morto da poco, ha un vicino misterioso e sfuggente, uno strano dolore ai denti e una gran voglia di mangiare soltanto bistecche al sangue. Al CAAF gli capitano individui sempre parecchio bizzarri, quasi che li attirasse lui in quell’ufficio oppure che lo stesso ufficio sia al servizio di una zona della città abitata da siffatti anomali individui. Ma piuttosto rapidamente Marco si renderà conto che non sarà finito a lavorare proprio in quell’ufficio per caso, che gli strani individui aiutati nella compilazione dei 730 lo sono, strani, per un ben preciso motivo, e che pure quel suo misterioso vicino è tale per un determinato motivo, tanto sorprendente quanto spaventoso…

Indubbiamente l’idea di Giovanni Monaco è particolare, e senza dubbio piacevole la trovata che vi sta alla fonte. Potrebbe certamente far storcere parecchio il naso alle/ai puriste/i del genere – e forse non solo a loro - il pensare ad un vampiro, uno spietato essere che osserva gli umani spesso solo come carne di cui cibarsi, che vive la notte per sfuggire alla luce solare, che gode di poteri straordinari come il prevedere la morte degli individui o il muoversi sulle facciate degli edifici sfidando la gravità e tutto il resto – pensare ad un essere del genere, dicevo, che se ne deve andare in un ufficio sindacale per farsi aiutare a compilare una dichiarazione dei redditi può essere certamente bizzarro e pure ridicolo, ma d’altro canto, come ho scritto poco fa, in questo modo Monaco cala come non mai l’iconografia vampiresca nella più ordinaria vita umana quotidiana, rivelandone peraltro aspetti che difficilmente altri romanzi del genere contemplano – come non sia così semplice, ad esempio, la vita di un vampiro oggi, quanto il dover fare i conti con la società contemporanea sia ben distante dall’immagine di creatura potente e dominante che, appunto, buona parte dei romanzi di genere offrono. Inoltre, tale ambientazione così quotidiana permette a Monaco di infarcire la storia di più o meno efficaci visioni e considerazioni della vita quotidiana in generale, accentuandone ancora di più il taglio critico di sapore quasi “politico” – nel senso originale del termine, non di quello purtroppo diventano di uso comune. La stessa mutazione del protagonista, la sua trasformazione da umano a vampiro, sembra quasi una contro-metafora di un modus vivendi odierno degli umani che, sotto certi aspetti, è ben più “vampiresco”, più parassita e sterile di quello d’un succhiasangue per natura ma non, automaticamente, per atteggiamento sociale e civile.

Una lettura particolare, dunque, agevolata da uno stile di scrittura semplice, a sua volta piuttosto quotidiano quindi adeguato alla narrazione, e da una struttura narrativa suppergiù cronologica ma variata da alcuni intermezzi fuori tempo, forse un poco confusi ma tutto sommato non così avulsi dal filo rosso narrativo principale; nel complesso comunque la lettura si mantiene gradevole e interessante.

Non male, dunque, questo Colonia di vampiri: se volete leggere qualcosa di diverso dal solito, senza pretese di sconvolgimenti letterari ma con una peculiare, eccentrica visione del genere urban fantasy, questo libro può facilmente piacervi. Solo una domanda resta in sospeso: ma tra lo stato che impone le sue tasse da pagare e un essere che si nutre di sangue umano, chi è il “vampiro” della situazione?

Colonia di vampiri, Giovanni Monaco
Self-publishing - ilmiolibro.it, 2011
pp. 212 - € 15,00 

© Riproduzione riservata

4 commenti:

  1. ciao Hel!
    ciao Liyanin!
    interessante questo libro.
    mi piacerebbe leggerlo

    ^______________^

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  2. Bè, si', molto particolare come libro, Pupottina. ^^

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  3. Ho letto il libro e devo dire che ha superato le mie iniziali perplessità, è vero, vanno accantonate la caratterizzazioni di genere, ma una volta fatto questo ci si può godere l'unicità e anche la quotidianità del personaggio. Anche se una certa atmosfera tesa, tesa di malessere, rende l'ambiente non proprio quotidiano, e un po' surreale, nonostante il chiaro accenno (forse) al nostro contemporaneo di italiani. Insomma, leggetelo.

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