In libreria: "Il manuale del perfetto marito" di Elisabetta Belotti, un libro umoristico sulle tipologie di marito più diffuse

«…E, poi, si sposarono e vissero felici e contenti!”
O no?»

Titolo: Il Manuale del Perfetto Marito
Autore: Elisabetta Belotti
Editore: Sesat Edizioni
Genere: Chick-lit
Pagine: 125
Prezzo: 10,00 euro
Prezzo e-book: 0,99 euro
Anno di pubblicazione: 2012

Il manuale del perfetto marito rappresenta la guida ideale per le principesse del Duemila, ovvero le donne consapevoli che la formula con cui finiscono le fiabe “E vissero felici e contenti” è in realtà un finale aperto. Ciò che non viene mai detto, né nelle fiabe con il principe azzurro che costellano l’infanzia delle piccole innocenti, né nei moderni manuali su “Come incastrarlo in dieci mosse” (o farsi incastrare, dipende dai punti di vista) è che il matrimonio non è la lieta conclusione di una storia d’amore, ma la sua continuazione sotto un’altra forma. In altre parole, quando la musica è finita e gli amici se ne vanno, quando lei si toglie il velo e lui il fiore all’occhiello, quando il giorno dopo lei si  sveglia con un sorriso beato dipinto sul viso…il gioco è appena cominciato.

Regola aurea del gioco più intrigante e machiavellico del mondo è “Conosci tuo marito”. Ogni donna crede  di sapere tutto del proprio uomo, ma il matrimonio fa morire il vecchio fidanzato e fa sorgere dalle sue ceneri un nuovo essere maschile: un marito. Questo essere mutante, derivato dall’uomo che si credeva di conoscere, assume tratti e caratteristiche impreviste; esplodono difetti che non si erano palesati in dieci anni di fidanzamento e, meno male, si rivelano qualità insospettate ed insospettabili. Tutto ciò richiede alle donne, forse le pedine più importanti in questo gioco, adattabilità e velocità nell’inquadrare rapidamente il nuovo compagno di gioco. Più lo conoscono, più ne faranno un complice e non un avversario.

Ecco quindi l’utilità di una classificazione, rigorosa ed attendibile, delle tipologie di marito più diffuse. Sulle orme di Linneo, di ogni tipologia il manuale presenta:  nome comune, nome scientifico,  principali tratti psicologici, pregi e difetti, punti di forza e talloni d’Achille. Si forniranno inoltre brevi riferimenti storici (in fondo i mariti esistono da millenni) e/o cinematografici e qualche suggerimento per attenuarne i più vistosi difetti ed esaltarne anche le più nascoste qualità.
Le donne devono togliersi infatti dalla testa l’idea di “cambiare” un marito. Questo principio dovrebbe essere scolpito sulla copertina di ogni Vogue Sposa, ed ogni aspirante moglie dovrebbe recitarlo come un mantra: Nessun uomo, tantomeno nessun marito, cambierà mai. Tanto vale accettare l’esistente e trovare la pepita d’oro in mezzo al carico di sassi che ogni marito rappresenta sulle spalle della moglie che se lo è scelto.
Ecco quindi  il marito pignolo che, caratterizzato da ordine maniacale ed irritante puntualità, si riscatta diventando un fan della raccolta differenziata; così svolazza come un’apina operaia tra sacco per umido, sacco per secco, contenitore per carta, plastica, vetro, lattine, pile. Il tutto mentre la moglie si riposa sul divano.

Il marito raffinato, chic fino alla noia, che fuggirà inorridito quando la consorte oserà guardare la De Filippi in tv, ma non la tradirà mai, né speculerà in Borsa, rischiando di farla finire sotto un ponte: sarebbe davvero poco chic.

Segue il marito gourmet che, previa doverosa  iscrizione allo Slow food, trascinerà moglie e figli da un evento enogastronomico all’altro ( la sagra del tordo, la festa del tartufo, la giornata dei funghi prataioli, la giostra del radicchio, la settimana del caciucco, il fine settimana della cozza patella, la 24 ore della polenta e osei). Con lui si rischia di percorrere centinaia di chilometri in un giorno, fra andata e ritorno, per una bottiglia d’olio spremuto a freddo, che verrà conservata come il Sacro Graal. Però per  farsi  perdonare poi finalmente porterà  la moglie sul letto. Quello vero, non quello di verdure.

Il marito ovvio, vivendo di luoghi comuni, permetterà a lei di sentirsi sempre la più brillante della coppia: come non superare in originalità chi in pochi  passaggi logici produce perle quali “Il nuoto è lo sport più completo- Fiorello è proprio simpatico- Tanto i dentisti evadono le tasse- Come si mangia in Italia, altro che all’estero”?.

Con il marito ansioso non vi dovrete preoccupare di niente, tanto c’è lui che si preoccupa di tutto. Se il pessimista vede sempre il bicchiere mezzo vuoto, beh l’ansioso non solo lo vede mezzo vuoto, ma in bilico, pronto a cadere e sbriciolarsi in mille pezzi, con i quali ci si ferirà le mani nel caso li si volesse raccogliere. Una semplice partenza per le vacanze con lui diventa più ansiogena di una missione nello spazio ed altrettanto complicata (a furia di suddividere i documenti per non farseli rubare li perde e dimentica la carta d’imbarco nello zainetto della figlia, quello rosa della Hello Kitty), all’annuncio che la moglie è incinta, ovviamente sviene lui. Poi è contento, solo per un minuto; in seguito teme gravidanze plurigemellari che lo riducano sul lastrico o figlie che potrebbero diventare escort o veline.  

Il marito con gli hobby notevole l’appassionato di ciclismo che, durante il viaggio di nozze, litiga con il personale dell’hotel alla Maldive perché “Che razza di 5 stelle è un resort che non ha la diretta con Sky per il giro delle Fiandre?” Si sappia che il figlio piccolo (prima elementare) a scuola disegna il papà con due ruote e non con due gambe. L’appassionato di Storia è capace di  organizzare un weekend a Parigi e deludere le aspettative romantiche della moglie facendole passare ore al museo militare de Les Invalides: ore di spade, spadoni, armature, divise, cannoni, baionette, plastici di battaglie, bandiere impallinate, pallottole catalogate, fucili, mimetiche, copricapi da ussaro. Alla sua richiesta di un diversivo la trascina sulla tomba di Napoleone.

Il marito tifoso (di qualsiasi squadra, di qualsiasi sport) è una vera iattura e la moglie è assimilabile ad una vedova bianca, al pari delle mogli dei capitani di lungo corso, degli astronauti, dei lavoratori all’estero, degli ingegneri sulle piattaforme petrolifere.

Il marito cinefilo porta lei al festival di Venezia ma rimangono per due giorni murati vivi  nella sala dedicata alla retrospettiva del cinema muto bulgaro. Mentre lui si sfrega le mani, lei se le torce dal dolore e mordicchia il sedile di fronte, al solo pensiero di perdersi l’arrivo e le foto sulla gondola di Brad Pitt, George Cloneey e Leonardo di Caprio (che, si sa, per lui sono divi, non veri attori). Per il compleanno regala alla moglie l’abbonamento ad un cinema d’essai, luogo di tristezza polverosa ed indicibile. Lì i film sono sempre di registi stranieri dai nomi impronunciabili, e i titoli, rigorosamente in lingua originale, contengono pressoché tutte le consonanti dell’alfabeto, ma solo una vocale: la u, con dieresi. Le trame sono intessute poi di una soavità e di una leggerezza che fanno sembrare Schinder’s List puro avanspettacolo. Di solito l’eroina è cieca, o malata, o orfana, o ragazza madre. Più spesso è tutte queste cose insieme,

Segue il marito equo e solidale, la cui Bibbia è il No Logo e che occulta la sua tendenza alla taccagneria assoluta dietro un vago mix di terzomondismo, ambientalismo e solidarismo sociale. Pertanto non regala alla moglie solitari ma anelli di frassino scolpiti a mano, simboli dell’amore eterno; non la porta mai a cena ma organizza romantici pic nic sull’erba; passa a prenderla con il tram dato che non inquina certo il mondo con l’automobile. Veste il figlio neonato con tutine eque e solidali, di cotone grezzo e tristanzuolo, tale da farlo sembrare una piccola mummia paonazza (dal prurito, il cotone è effettivamente un po’ troppo grezzo) e pretende di passare le vacanze sulla nave di Greenpeace a combattere i cacciatori di balene.

Il marito infantile è riconoscibile alla prima occhiata, dato che affronta qualsiasi gita con l’immancabile zainetto dell’Invicta, lo stesso che lo ha accompagnato negli anni del Liceo e dell’Università. Egli ricorda a memoria le sigle dei cartoni animati giapponesi tipo Goldrake, Mazinga Z e Jig Robot d’acciaio; quando in tv riprogrammano per la millesima volta Fantozzi o Bud Spencer assume un’aria beata e dice “Ah, finalmente un bel film”. Naturalmente la sera i suoi figli giocano a shanghai o con la vecchia Barbie, è ovvio che la playstation è in mano sua: ufficialmente perché vuol capire come funziona, prima di farci giocare i bimbi, in realtà ci si diverte troppo.

Il marito geloso nega alla morte di esserlo ma si fa scoprire da molteplici segnali, quali attacchi di appendicite psicosomatica la sera in cui la moglie deve uscire a ballare con le amiche, predilezione per pantaloni, scarpe basse e trucco discreto (ovviamente per sua moglie, le mogli degli altri le apprezza in minigonna e tacco dodici). Se la moglie vuol comprare un pc personale teme tradimenti in chat e tenta di romperle la web cam: l’ideale, per lui, sarebbe regalarle un bel computer finto, con la tastiera di legno, così lei si diverte lo stesso picchiando i tasti con le dita e lui non ha pensieri.

Il marito sportivo è l’uomo che dall’infanzia corre dietro a palle di ogni dimensione e inoltre corre, scala, pedala, nuota, suda e fatica. Sempre con l’aria beata di chi soffrendo si avvicina a Dio e al vero significato dell’esistenza. All’arrivo dei quaranta pensa ancora di essere un ragazzino e, proprio come un ragazzino, è un habituè del pronto soccorso: traumi, ossa rotte, sbucciature, tagli, escoriazioni. Per una perfida legge di natura ogni sportivo sposa una moglie della razza “gatta da divano”. Loro si amano così: lui fuori a faticare, lei in casa a fare le fusa.

Il marito fedifrago è l’unico marito per cui non vale la regola “Un marito non si cambia mai”. Questo marito va riportato indietro subito e cambiato al volo. Con un altro.

Il marito trash ha come unico riferimento culturale la televisione e lo stadio. Parla ad alta voce, racconta barzellette, chiama la moglie “la mia signora”, sbircia ogni ragazzotta vagamente avvenente che compaia all’orizzonte, sfoggia almeno un tatuaggio e perenni occhiali da sole. Ama i locali all’ultima moda, dove sostiene di incontrare “bella gente”, anche quando il più presentabile sembra il fratello gemello del canaro o del mostro di Milwaukee…L’ultimo libro che ha letto è stato “Le barzellette di Totti” e gli è piaciuto molto. In garage ha almeno un Suv, la sua villa è naturalmente dotata di  piscina esterna ed interna. Ultimamente coltiva una vaga aspirazione alla raffinatezza: medita di farsi cancellare dall’avambraccio il tatuaggio con la faccia di Vasco Rossi e ha fatto rimuovere i nanetti e Biancaneve dal giardino.

Il marito trendy, sprovvisto ahilui di nobili natali, lo si riconosce dall’abbigliamento, griffato ma non troppo, anzi a volte ostentatamente sobrio, ma completato dal pezzo top: camicia comprata a New York, scarponcino inglese fatto a mano, fazzoletto con cifra a ricamo fiorentino. Insomma chissà dove trova il tempo per lavorare, occupato com’è ad aggiornarsi sulle nuove mode, anche culturali. Egli infatti fiuta nell’aria le nuove tendenze come un cane da  caccia e le abbandona un attimo prima che la massa le scopra. Così la sua vita è un inferno, una rincorsa continua allo stile che lo elevi e lo distingua: il libro che non si può non aver letto, la mostra di cui tutti parleranno, la vacanza nella masseria giusta, un salto sulla Croisette per il festival, il week end alle terme con convegno di medicina olistica. Se in centro incontra per caso la moglie e la poverina è malvestita e con il trucco sfatto, finge di non vederla. Ovviamente vorrebbe molti figli, ai quali rovinare la vita affibbiando loro nomi “bene” come Allegra, Topazia, Guia, Gaia  e Ginevra, se femmine, e Jacopo, Lupo, Lapo, Gregorio e Tazio se maschi.

Il marito marito è  la quintessenza della categoria della maritalità. Può possedere alcuni tratti delle tipologie sopra dettagliatamente squadernate, ma soprattutto presenta al grado massimo queste  caratteristiche: è ipocondriaco, taciturno e mammone. Ma anche capace di orientarsi, ricordare le strade, aggiustare gli oggetti. Ognuno di questi tratti ha radici biologico-storico-evoluzionistiche. Insomma, i mariti sono così dalla preistoria, tutto si collega al ruolo di cacciatori e difensori della famiglia. Giornate intere in silenzio, a cacciare le prede, per migliaia di anni: come si può pretendere che l’uomo parli, non sia attento alla forma fisica e non sia attaccato alla sua mamma?
Alla classificazione segue un divertente test per individuare il tipo di marito con cui ci si trova a dividere il letto, la casa, il tempo libero, la vita.

Elisabetta Belotti è nata e risiede in provincia di Bergamo. Mamma e moglie, insegnante per passione, blogger per caso. Bionda (vera) da sempre. Laureata in Lettere alla Cattolica di Milano, collabora con l’Assessorato alla Cultura del suo Comune e organizza laboratori di scrittura e di cinema nella scuola. Appassionata di cinema, letteratura e moda, pubblica articoli su ogni argomento con lo stile fresco e divertente che la caratterizza. Nel suo blog, labiondaprof.wordpress.com, racconta le sue avventure quotidiane di professoressa e mamma della piccola La Biondina. Cerca sempre di cogliere il lato ironico delle cose; a volte sogna di ritirarsi in una baita di montagna, assecondando così la metà ladina della sua origine. Con “Il manuale del perfetto marito”, esordisce nel panorama letterario presentando un divertente e brillante excursus sulle più comuni caratteristiche dei tanto amati coniugi.

È importante ricordare che i diritti d’autore saranno devoluti, tramite l’associazione per l’aiuto al neonato, al Reparto di Patologia Neonatale dell’Ospedale di Bergamo.

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