Intervista: Francesca Gonzato

Una mia nuova intervista vede come protagonista Francesca Gonzato, che ha scritto il romanzo Reflections, poi pubblicato dalle Edizioni Pendragon.

Cosa puoi dirci di te?
Ciao Evelyn e un saluto a tutti i lettori del blog. È un piacere poter partecipare a questa intervista. Per descrivermi, posso raccontare chi sono tutti i giorni: sono principalmente moglie e mamma dei miei tre uomini, oltre ad avere un bel lavoro a tempo pieno. Per non farmi mancare nulla, due anni fa mi sono messa a scrivere, durante la sera, e così ho iniziato a dar sfogo ad una passione che ho sempre avuto. A volte, mi chiedo come sia possibile conciliare famiglia, lavoro, sociale e scrittura nelle ventiquattro ore della giornata, poi lancio un'occhiata al disordine della mia casa e trovo la risposta: nessuno è perfetto. Per fortuna.

Quanto è forte la passione per la scrittura e quando è nata in te?
L'amore per la scrittura c'è sempre stato. Oggi utilizzo il computer, ma da ragazzina scrivevo a mano ed avevo un rapporto fisico con la scrittura. Studiavo la mia calligrafia, per migliorarla in continuazione, cercavo le penne più scorrevoli, collezionavo diari di ogni sorta, dedicandomici tutte le sere. Ho sempre desiderato scrivere un romanzo, ma fra laurea e lavoro faticavo a trovare il tempo e, molto probabilmente, il coraggio per farlo. Adesso, che ho preso coscienza dei miei desideri, scrivere è diventato una gioia, uno sfogo, un impegno mentale quasi quotidiano e sono davvero convinta che abbia risvegliato in me istinti nuovi, che non ho intenzione di trascurare.

Come ti è venuta l'idea di scrivere un “Romantasy”?
La mia casa editrice, Pendragon Edizioni, ha deciso di presentare Reflections come il primo Romantasy Italiano, perché ci ha visto qualcosa d'innovativo rispetto le proposte Fantasy o Paranormal Romance in circolazione. In effetti, io desideravo scrivere un fantasy (la mia passione da sempre) ma volevo anche raccontare una grande storia d'amore! Da qui, miscelando gli sprazzi dell'immaginazione agli sbalzi del cuore, è nato un Romantasy.
L'idea nativa mi è venuta guidando verso casa: ho pensato di mettere in discussione l'Amore, cioè quanto di più irrazionale possa provare lo spirito umano, cercando di ingabbiarlo in fantastiche regole di gioco. T'innamori solo se vinci, vinci solo se ci credi. L'innamoramento diventa induzione d'amore, gli innamorati sono soltanto antagonisti. Ho rivestito un sentimento di razionalità: chissà se la mia logica reggerà fino alla fine del romanzo.

Mirror e lover: cosa puoi dirci al riguardo?
Mirror e Lover, oppure Rachele e RL, non sono altro che le due facce di una stessa medaglia, le due versioni di una stessa storia d'amore. In Reflections appare subito chiaro che a ogni Mirror (l'umano) corrisponde un Lover (un personaggio fantastico). Anche le mie due protagoniste dipendono l'una dall'altra e le loro vicende, alternate per tutto il romanzo con la vivacità delle due voci narranti, sono complementari per l'ottenimento di un obiettivo condiviso: l'Amore. Credo che, più intimamente, Mirror e Lover rappresentino i due modi opposti, ma necessari l'uno all'altro, con i quali ognuno di noi si pone davanti l'Amore: con delicatezza, ma pure con decisione, abbandonandosi ai sentimenti ma anche combattendo per ottenere ciò cui aspiriamo.

Quanto c'è di te in Rachele nel tuo libro “Reflections”?
Rachele si porta appresso molte delle insicurezze che io stessa possedevo alla sua età: la paura di rapportarsi con gli altri, la necessità di avere conferme, la goffaggine di chi non ama essere osservata. E con lei condivido una certa capacità di sintesi, l'amore per i piccoli dettagli della vita, l'affetto per la famiglia. Tuttavia, il suo personaggio è volutamente esasperato, soprattutto quando non riesce ad affrontare la propria immagine allo specchio (io, caso mai, ho il problema opposto) o quando non capisce di piacere alle persone, proprio per com'è fatta. Con l'evolversi di Reflections, però, il carattere diverso subirà molte trasformazioni: la ragazza maturerà, comincerà a credere in se stessa e sarà allora che… Beh, diciamo solo che mi riconosco molto di più nella Rachele degli ultimi capitoli.

Hai mai conosciuto qualcuno come Tommaso?
Quando scrivi il tuo primo romanzo, per giunta d'amore, rischi d'idealizzare il personaggio maschile, trasformandolo in quanto di meglio potresti volere da un uomo. Nel mio caso, da questo processo d'idolatria ed elogio all'amore è nato Tommaso Mantegna, che rispecchia, senz'altro, il mio uomo ideale. (Breve divagazione: nonostante per tutti le protagoniste di questo romanzo siano Rachele e RL, per la sottoscritta il vero unico protagonista è Tommaso. Senza di lui, senza il sole che dà vita ai colori, non ci sarebbe stata nessuna storia da scrivere.) Detto questo, Tommaso ha ereditato le doti migliori di uomini che conosco (mio marito su tutti) e di altri che non conoscerò mai.

Darai un seguito al romanzo?
C'è già il seguito ed è in dirittura d'arrivo. L'ho iniziato a scrivere ancor prima di sapere che avrei pubblicato Reflections. È stato più forte di me: mi ero talmente affezionata a Mirror e Lover, da non poter assolutamente permettere che tutto finisse con un unico volume. Quindi, ancora Rachele e Tommaso, sempre RL e TM, ma coinvolti in nuove vicende. Posso anticipare che il sequel sarà un po' più Fantasy e un po' meno Young.

Quali sono i tuoi scrittori di riferimento?
Leggo un po' di tutto e mi piacciono molti autori, anche di generi diversi tra loro. Adoro i classici (Bronte, Austen, Wilde, Mann), ma divoro anche romanzi attuali spaziando dai fantasy ai thriller, dalle storie d'amore ai romanzi di formazione. Mi piace la letteratura sudamericana (Garcia Marquez è in assoluto il mio autore preferito), pomposa e incline alle leggende. Spero di aver ereditato qualcosa da tutti nel corso degli anni e sono convinta che altri m'ispireranno nei giorni a venire. Ultimamente, mi sono fatta conquistare dalla Meyer (che ha ispirato molte delle autrici di Paranormal odierne) e dalla Gier, di cui invidio il sense of humour.

Il libro che avresti voluto scrivere...
Nessun dubbio: Harry Potter! La scrittura della Rowling è chiara e scorrevole, ma ciò che fa la differenza sono la genialità e la fantasia sfrenata di questa autrice, che hanno fatto di una storia per ragazzi un cult indiscusso e sempre verde.

Ad una giovane donna con i tuoi stessi sogni cosa suggeriresti?
Di non perdere altro tempo! Sono convinta che scrivere sia non solo entusiasmante ma anche terapeutico. Per quanto mi riguarda, scrivere Reflections è stato come andare a ripescare la Francesca che si era persa a vent'anni sotto una montagna d'impegni, responsabilità, affetti e piaceri nuovi. È stato spassosissimo, esaltante e rigenerante. Pubblicare è un altro paio di maniche: i grandi editori sono molto selettivi (anche per questioni di budget) e quelli piccoli (più disponibili nei confronti di scrittori esordienti) spesso non hanno la struttura per lanciare un autore in gamba. C'è poi il self-publishing, che potrebbe costituire un buon inizio per farsi conoscere e crearsi un nome, soprattutto con l'era dell'e-book alle porte. A tutte, faccio un grande in bocca al lupo!
Infine, ringrazio te e i tuoi lettori per questa bella “chiacchierata”.

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