Interviste
Nina Vanigli
Intervista: Nina Vanigli
Un'intervista molto interessante vi aspetta oggi, quella a Nina Vanigli, autrice di La passione di Ornella, libro edito dalla casa editrice Lettere Animate.
Parlaci dei lati migliori del tuo carattere.
Sono determinata, caparbia, non mollo mai. Esigo sempre il massimo da me stessa e non so cosa significhi accontentarsi: punto sempre alto e appena centrato un obiettivo ne scorgo subito un altro più arduo da conseguire. Inoltre, sono piuttosto diretta nell'esprimere le mie opinioni, e non è detto questo sia un pregio… per quanto la sincerità sia, secondo me, preferibile alle menzogne. Cerco anche di aiutare chi ha bisogno, ogni volta che posso, con qualsiasi mezzo, poiché detesto le ingiustizie.
Cosa significa per te scrivere?
Scrivere è l'esercizio di una forma d'arte, e una modalità espressiva. Mi stupisce sempre che moltissime persone vogliano scrivere e credano anche di essere molto talentuose nel farlo, credendo alla piaggeria di taluni, ai complimenti di maniera. Scrivere necessita di studio, ed è fondamentale avere solide basi in tal senso: dopo poche righe si capisce quale sia la formazione di troppi scrittori… che evidentemente non hanno molto letto.
Che emozioni hai provato una volta ultimato il tuo libro “La passione di Ornella?”
È stato un momento di soddisfazione, non lo nego. Sono sempre stata consapevole di avere scritto un testo forte, violento, drammatico, per cui mi sono chiesta chi mai l'avrebbe pubblicato. Per fortuna ho incontrato Lettere Animate, il cui direttore Incagnoli ha compreso lo spirito del mio narrare ed è stato molto coraggioso nel volerlo pubblicare. Gli sono molto grata.
Viene spontaneo chiedersi quanto ci sia di autobiografico nella tua storia.
Nulla. Ho inventato ogni cosa. Certo, le scene erotiche sono molto spinte e rispecchiano l'intensità del mio rapporto con il sesso, ma le situazioni sono opera della mia fantasia.
Hai mai conosciuto qualcuno come Alessandro?
No, e anche se mi fosse capitato mi sarei ben guardata da un tipo simile. Amo la bontà d'animo, il rispetto e la dolcezza: qualità che rendono ancor più virile un uomo. Rifuggo da ogni forma di dominio e sopraffazione. La violenza, poi, mi terrorizza e disgusta in ogni sua forma. Se invece parliamo di caratteristiche fisiche, sì, un tipo come Alessandro l'ho conosciuto, infatti mi sono ispirata alle sue fattezze per creare il mio detestabile personaggio.
Ornella chi è?
Una ragazza fragile, malata, il cui carattere è predisposto alla passività. Tutto il contrario di me, dunque interessante ai miei occhi forse proprio per questo. Ho cercato di entrare in lei, prevedendone i comportamenti. Molte persone mi scrivono, colpite da come io sia riuscita a rendere credibile letterariamente una personalità di questo tipo, e il romanzo sta riscuotendo successo sia di pubblico che di critica. Credo ciò sia in buona parte attribuibile al mio percorso di studi nell'ambito delle scienze umane, e alla mia attenzione alle diverse teorie comportamentali. Tra i relatori della mia tesi, infatti, figurava anche uno psichiatra.
Analisi psicologica e amore carnale. Cosa ti ha spinto a concentrarti su questi temi?
Spesso ho scritto racconti erotici sotto alias, ma poi ho smesso perché venivo sempre censurata dalle riviste e dai siti con cui collaboravo: in effetti ho la mano pesante, ma è giusto che ognuno si esprima come crede. Ho iniziato giovanissima a leggere i classici dell'erotismo, e questo genere letterario mi ha sempre affascinata, dunque posso affermare di avere una buona formazione in tal senso, ma ho cercato di proporre qualcosa di diverso da ciò che solitamente si legge. Ho voluto affrontare la sofferenza, proporre una visione del sesso lontana dal cliché della piacevolezza, della passione, dell'amore. La mia storia è dark, tormentata, cupa, di un realismo assai crudo e per nulla patinata.
Scriverai altri romanzi simili a questo?
Sinceramente, non lo so. Molti lettori stanno chiedendo addirittura il seguito di “La passione di Ornella”, ma non credo di voler affrontare solo la narrazione erotica. Mi piacerebbe scrivere altro, ispirandomi alla cronaca nera: anche questo tema esercita su di me una forte attrazione.
Cosa ti auguri per il futuro?
Sto avendo da questo romanzo più di ciò che sperassi, e tanto apprezzamento mi lusinga, però voglio di più. Un'opera ha bisogno di tempo per maturare e affermarsi, e il mio romanzo è uscito da soli quattro mesi, per cui sarebbe mio desiderio vederlo diventare ancor più noto e apprezzato.
Aiuta uno scrittore alle prime armi suggerendogli un tuo segreto.
Leggere e studiare sempre e comunque, senza mai fermarsi, per prima cosa. Poi cercare un editore serio che non chieda contributi economici agli autori, o contemplare anche la soluzione dell'autopubblicazione: non bisogna prestarsi all'editoria a pagamento. Aspettare, guardarsi intorno finché non arriva l'occasione giusta e non demordere se si crede in ciò che si è fatto, ma mai pagare per lavorare o portare avanti la propria arte. Da ultimo, direi di volare basso. La presunzione fa ridere, specie se propria di chi non se la può permettere. È giusto essere consapevoli di sé, specie se confortati da riscontri soddisfacenti, ma ricordare sempre che passa molta differenza tra l'avere scritto un'opera dignitosa e il lasciare un segno perenne nella storia della letteratura.
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