Intervista: Stefania Tuveri

Oggi intervistiamo Stefania Tuveri, autrice del libro Figlie di Diana, edito da Lettere Animate. Il testo parla di due giovani sorelle alle prese con una domanda che cambierà le loro vite: la Magia esiste? La risposta arriverà dalla saggezza della nonna che si occupa di loro e il misterioso e complesso mondo della stregoneria si rivelerà a loro, tra incantesimi, Tarocchi e rune. La sfida che attende Selene e Caterina sconvolgerà le loro vite, ma ci sarà sempre spazio per amore e amicizia.

Un estratto: Sulla scrivania accanto alla finestra c'erano un blocchetto per gli appunti e una matita. Fuori ormai stava calando il buio e la luce arancione dei lampioni illuminava la strada. Le pagine bianche si riempirono distrattamente di pensieri che avevano bisogno di essere esternati, ma non trovavano orecchie ad ascoltarli...

Il romanzo breve colpisce subito dall'incipit: qui, alle protagoniste è consentito di scegliere tra una vita umana o una da strega, e dato che sono giovani, tra piccoli turbamenti o problemi dal peso universale. Per quanto riguarda l'epilogo, è una conclusione che colpisce (ancora una volta) per la parte riflessiva. Nel complesso, un buon esordio e un'autrice da tenere d'occhio. (recensione di Valentina Bellettini).

Ma chi è Stefania Tuveri? Stefania Tuveri vive in provincia di Piacenza e frequenta l'ultimo anno di liceo classico. Ha partecipato a diversi concorsi letterari qualificandosi prima nella sezione “giovani” del Premio “Felice Daneo”, seconda nel premio “FantasticHandicap” e ottenendo la medaglia d'argento nel concorso “Il Chiostro”. Diverse le pubblicazioni in antologie, tra le quali “Black Candies” edita da Lettere Animate Editore.

Siamo curiosi di sapere qualcosa su di te. Cosa puoi dirci?
Ho diciotto anni e in questi giorni ho dato la maturità classica. Sono una persona solare e riflessiva che è disposta a tutto pur di evitare i conflitti. Mi piace pensare di essere quel qualcuno su cui si può sempre contare quando si ha bisogno di una spalla su cui piangere e farei qualsiasi cosa per i miei amici. Ovviamente amo leggere e scrivere e sono appassionata di serie tv.

Sei giovanissima. Quando hai iniziato a scrivere?
Ho iniziato a scrivere qualche anno fa. Era un periodo particolare e sentivo il bisogno di rifugiarmi in un mondo tutto mio. Questa passione poi mi ha travolta e scrivere è diventato qualcosa di necessario quasi come respirare.

Che soddisfazioni ti sono arrivate partecipando ad alcuni concorsi letterari?
Ricordo come se fosse ieri il momento in cui ho mandato il primo racconto a un concorso. L'agitazione, rileggere il testo mille volte sperando di non aver scritto idiozie, la paura di essere letti da un estraneo. Al di là del premio vero e proprio, le premiazioni sono sempre una grande soddisfazione. Sapere che il tuo lavoro è apprezzato e che stai andando nella direzione giusta nel tuo percorso artistico è una sensazione indescrivibile. Inoltre durante queste giornate si ha l'occasione di incontrare altri che condividono la tua stessa passione e arricchirti come persona. In particolare ricordo con piacere due premiazioni: a Carpi (MO) per il concorso “Nati per vincere?” e a Massa per il concorso “FantasticHandicap”. In entrambi il tema era la disabilità e le loro storie, il loro volto e le emozioni provate in quelle ore posso dire che mi abbiano veramente aiutata a crescere.

Sei orgogliosa del tuo romanzo “Figlie di Diana”?
È come un figlio! Mi rendo conto del fatto che si tratti di un libro ancora “immaturo” e con alcuni difetti, ma sono pronta a migliorare e sono orgogliosa del lavoro fatto fino ad ora.

Chi ti ha ispirato la scelta di Selene e Caterina?
Ho cercato di creare i personaggi dei quali avrei voluto leggere. Due ragazze normali, sorelle e mature. I loro caratteri in parte rispecchiano il mio, in parte quello delle persone che mi stanno intorno.

Parli nel tuo libro di magia, tarocchi e rune. Sono temi a te vicini?
Sono sempre stata molto affascinata dal mondo della magia. Da piccola con le mie amiche giocavo sempre a fare la strega e mi allettava di scrivere come fosse quel mondo secondo me. Lo vedo come un mondo pieno di responsabilità, nel quale si tocca con mano il grande scontro tra Bene e Male.

Cosa ti aspetti da questo tuo lavoro?
Spero venga apprezzato e che si colgano alcune sottigliezze. In particolare, come ha notato qualche recensore, è importante il fatto che le due ragazze, di fronte alla necessità di uccidere il mostro in quanto essere malvagio, si siano chieste se questa fosse realmente la cosa giusta da fare.

Scriverai un seguito o altre storie fantasy?
Sicuramente vorrei continuare a scrivere, ma non so se saranno altri fantasy. Ho alcune storie nel cassetto di diverso genere che spero di poter rifinire e pubblicare presto.

Quali sogni devi ancora realizzare?
Vorrei diventare ricercatrice. Trovare cure per le malattie, aiutare chi sta male ed essere in grado di conciliare il tutto con i doveri di moglie e madre.

Cosa suggeriresti ad una ragazza della tua età che volesse seguire le tue orme?
L'importante è perseverare. Non arrendersi di fronte ai rifiuti e ai fallimenti, perché arriveranno e forse non saranno pochi. L'impegno, la passione e la dedizione sono la chiave di tutto.

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