"Giulia e basta" di Luca Jaselli

Giulia e basta”, debutto letterario di Luca Jaselli, è un romanzo che si potrebbe definire come di genere “psicologico introspettivo”.

La protagonista assoluta è Giulia: madre, moglie e lavoratrice incallita. Una donna alla quale, sembra, non manca nulla nella propria vita, tranne forse una cosa fondamentale: la felicità. L’insoddisfazione che regna nel cuore e nella mente di Giulia è palese dalle prime righe. Odia ciò che è diventata, ma soprattutto odia il marito, sua controparte familiare e caratteriale: un essere statico sotto ogni punto di vista, il classico uomo che vede la donna come un oggetto, ovvero una serva domestica. Prima grande corteggiatore, dopo grande padrone. Non penso di sbagliare affermando che alcune donne potranno sicuramente rivedersi in tale situazione vissuta dalla protagonista.

Ma sarà capace, Giulia, di trasformarsi in una eroina per sé stessa e rivoluzionare completamente la propria vita? Lasciare il marito, trasferirsi nella casa ereditata dalla nonna e infine cambiare lavoro nonché Nazione... E avrà proprio Lei l’onore di diventare la paladina delle donne alla mercé degli uomini/padroni, come accennato poco fa?

Ahimè non credo proprio. Accetto la natura introspettiva del romanzo, ma è forse fin troppo accentuata. Non vi sono altri punti di vista se non quello di Giulia, che ovviamente è unilaterale. Comprendo il rapporto difficoltoso con il compagno di vita, ma avendo solamente una visione parziale della storia non si comprende il perché il marito sia divenuto così statico, così stagnante.
Certamente potremmo immaginarlo, tuttavia una racconto così “di parte”, la quale diviene in certi punti a sua volta parecchio statica, in stallo narrativo per così dire, non rende semplice l’elaborazione di impressioni esterne ad essa... Viene quasi difficile proseguire nella lettura, fin troppo influenzata, nella prima parte del romanzo, dalla descrizione cattivi pensieri di Giulia.
Ma questo non vuol dire che lo stile di scrittura sia così criticabile, anzi. È proprio quello che risolleva il romanzo. Troppa introspezione, troppo approfondimento psicologico, a mio avviso appesantiscono inevitabilmente l’esposizione, e solo l’utilizzo di un linguaggio corrente e fluido rende la letture un po’ più “scorrevole”, cosa che appunto Jaselli fa’..

Verso la fine finalmente la vicenda di Giulia, e l’umore dei suoi pensieri, si risollevano. Abbandona il lavoro stabile, correndo dietro ad un sogno che ha sempre avuto, anche grazie all’incontro con un vecchio amico: Andrea. Ma per quanto possa esser la storia contemporanea, verosimile e comune, mi viene da chiedere: quale tribunale Italiano avrebbe accordato l’espatrio di due bimbe minorenni verso un accampamento nel deserto dell’Arizona? E me lo chiedo pensando, ad esempio, alla parte di storia nella quale la mamma è fuori a scavare le figlie si trovano accampate dentro una tenda... Poco credibile, in effetti. Inoltre, ad un tratto e di colpo, svanisce il marito: dove sarà finito questo povero uomo dopo il divorzio?

In definitiva “Giulia e basta”, potremmo definirlo uno “spaccato di vita”, sicuramente, ma una certe eccessiva forzature rischiano di rendere il realismo del romanzo un po’ troppo tirato per i capelli. Personalmente avrei tralasciato l’inserimento nel testo di alcuni brani non così fondamentali per la storia, e per ciò danno l’impressione di parti riempitive e nulla più. Ma ovviamente è questa una mia visione personale, oggettiva dal mio punto di vista ma di certo opinabile.

E dunque: “Giulia e basta” è un libro consigliato a chi piace il genere (molto particolare) del romanzo d’introspezione psicologica, come detto, per di più in voce unica. Credo, per pochi intenditori, insomma.

Giulia e basta, Luca Jaselli
WLM Edizioni, 2012
€ 16,00

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