"Appuntamento al Ritz" di Hélène Battaglia

Titolo: Appuntamento al Ritz
Autore: Hélène Battaglia
Editore: Dalai
Collana: Pepe rosa
Pagine: 288
Prezzo: 9,90 euro
Anno di pubblicazione: 2012

Sinossi
Milano. Una mattina di fine novembre, Hope viene svegliata da una telefonata. È il direttore della rivista per cui lavora da appena un mese, le dice di fare in fretta le valigie e di prepararsi per andare a Parigi: dovrà soggiornare per un mese in un Grand Hotel, in modo da raccontarne i retroscena.
Felice per l’improvvisa e splendida opportunità, la moderna Mata Hari si mette subito in viaggio per raggiungere la “sua” città, quella dei suoi anni universitari, senza sapere bene cosa aspettarsi. Ma non le importa, è il cambiamento a cui aspira da tempo.
Tra camere da controllare e pulire a fondo, suite lussuose, eventi da organizzare, appuntamenti per il tè con un anziano principe russo, Hope capisce presto che dietro la facciata ottocentesca di un palace c’è un mondo duro e instancabile, ma pieno di persone pronte a darsi una mano, come in una grande famiglia. E chissà, nella romantica Parigi ci sarà finalmente un principe azzurro ad attenderla?

Le belle storie d’amore mi emozionano sempre.
Ma diciamo la verità, questo non è proprio il caso: la vicenda di Hope è scontata, prevedibile, e i dialoghi risultano banali proprio nei momenti principali della vicenda, quando dovrebbero emergere passione, trepidazione, entusiasmo, ansia, sconvolgimento, confusione. A tutto questo si aggiunge un’eroina romantica che, per quanto mi riguarda, invece d’ispirare simpatia provoca una reazione allergica – ho provato un sentimento simile solo nei confronti dell’insopportabile Catherine di Cime tempestose.
Perché Hope è perfetta in tutto: alta, bella, spontanea, solare, sempre sorridente (anche nei momenti in cui forse non avrebbe dovuto esserlo), un viso angelico da bambolina russa con i capelli castani e gli occhi a mandorla color nocciola, vestita sempre alla moda – irrinunciabili i tacchi alti – eppure per niente mondana o altezzosa. Vogliamo poi parlare del fatto che sta simpatica a tutti, che le bastano poche frasi e subito i problemi di quelli che la incontrano e si confidano svaniscono? E non problemi da poco, intendiamoci, ma alcolismo, accettazione dell’omosessualità, vite passate tutt’altro che encomiabili, rancori sopiti verso genitori scomparsi nel nulla.
Basta un poco di zucchero, canta Mary Poppins, ma qui ce n’è davvero troppo e si rischia un collasso per “eccessiva assunzione di storia a lieto fine”.
Almeno le si smagliassero le calze!

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