"Una favola a Manhattan" di Alberto Ferreras

E' in libreria dallo scorso luglio edito da Baldini & Castoldi Una favola a Manhattan di Alberto Ferreras, che racconta le vicissitudini di una ragazza dotata di generose curve che decide di intraprendere un percorso di rigenerazione conquistando sex appeal e autostima proprio in virtù del suo difetto.

«Esistono diverse teorie riguardo al mio peso. C’è chi dice che la responsabile di questi chili in più sono solo io: che mangio troppo, che non faccio abbastanza attività fisica, che assumo più carboidrati del dovuto e che ceno troppo tardi. Ma sono sicura che è una teoria del tutto errata, perché mangio pochissimo, faccio attività ogni santo giorno e non tocco mai i carboidrati, in particolare dopo le sette di sera. C’è chi dice che si tratta di un problema ereditario; che sono grassa come mia zia Chavela, perché è una questione genetica. L’unico problema è che Chavela è mia zia perché ha sposato il fratello di mia madre, il che vuol dire che non abbiamo neanche l’ombra di un gene in comune. Ed ecco un’altra teoria che va a farsi friggere. Poi c’è la teoria del mio secondo psicoterapeuta, quello che mi ha detto che usavo il mio peso per «evitare l’intimità», cioè che inconsciamente ero ingrassata per evitare che mi toccassero. Questa è un’altra stupidaggine bella e buona, perché non ho nessunissimo problema con il contatto fisico, anzi, mi piace che mi tocchino.»

Bella Zavala – detta B., perché Bella su di lei pare un paradosso – vive e lavora a New York. B. ha una peculiarità: è ed è sempre stata grassa. Che sia per colpa della baby-sitter che la inondava di zuccheri da piccola, o del metabolismo troppo pigro nonostante diete e palestra, B. è armata di forme abbondanti, che non fanno che osteggiarla quotidianamente. Specie a Manhattan, dove la magrezza sembra un obbligo morale. Boicottata da Bonnie – la sua capa poco brava e molto stronza – che le nega la promozione a causa di quei chili in più che la renderebbero impresentabile ai clienti, e senza un fidanzato, B. decide di reinventarsi. Decisivo l’incontro con Natasha Sokolov, che la introdurrà nel circolo – di cui lei è maîtresse – per uomini feticisti della ciccia. Avrà così inizio un cammino di rinnovamento che vedrà B. conquistare fascino e fiducia in sé stessa proprio grazie alle sue esuberanti curve. Nonché l’uomo giusto e l’amore.

Se avete trascorso l’inverno a duellare con la bilancia e la prova costume si è rivelata un insuccesso clamoroso, non esiste migliore lettura che possa consolarvi. Inaspettatamente realizzerete la futilità di tutti i vostri sacrifici e inizierete a considerare i rotolini che ammiccano dal vostro bikini come una miniera d’oro. Sì, perché è proprio in una miniera d’oro che Bella, la protagonista di Una favola a Manhattan, rivaluterà le sue forme "boteriane" e con loro la sua intera esistenza. Bella infatti acquisterà consapevolezza del proprio fascino attraverso lo sguardo di uomini che, lungi dal considerare le sue eccessive forme un difetto, la faranno sentire bella e desiderata.

Con una prosa diretta e scorrevole, quasi ingenua, l’autore fa sorridere perché non si prende sul serio, e fa riflettere sul dato innegabile che più ci apprezziamo più diveniamo appetibili agli occhi degli altri.

Una lettura dedicata senza dubbio a quelle donne morbide e sinuose che, come Bella, hanno sprecato il loro tempo a fare la guerra alle loro forme. Ma non solo, perché il messaggio che il romanzo di Alberto Ferreras vuole trasmettere è che i difetti di ognuno di noi costituiscono la nostra speciale e originalissima bellezza.

«Essere bella è molto più semplice di quel che si pensi.»

Una favola a Manhattan: una storia leggera e divertente, che si legge in un soffio, ideale per chi è in cerca di una lettura rilassante e piacevole.

Una favola a Manhattan, Alberto Ferreras
Baldini & Castoldi, 2012
pp. 304 - euro 9,90 

© Riproduzione riservata

1 commento:

  1. mi ispira molto! anche io ho un blog, che ne dici di passare? mi farebbe molto piacere!

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